Riceviamo e pubblichiamo da Barbara Alfei, responsabile del settore olivicoltura dell’Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche (Assam).

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E dopo l’annus horribilis che ha caratterizzato la scorsa stagione olivicola, ecco quello della riscossa per l’olio extravergine di oliva marchigiano e non solo. La campagna 2015 si prospetta molto positiva, per quantità (si stima un aumento di circa il 30% di prodotto) e, soprattutto, per qualità. Quello che nel 2014 è stato il nemico numero 1, la temibile mosca dell’olivo, è stato tenuto a freno dalle alte temperature estive e dalla scarsità delle precipitazioni. Le condizioni sono tornate favorevoli alla mosca dalla metà di settembre, ma gli olivicoltori, scottati dalla brutta esperienza dello scorso anno, stavolta non si sono fatti cogliere impreparati. La professionalità è in continuo aumento, infatti, grazie anche al supporto delle associazioni olivicole marchigiane e dell’Assam, attraverso i notiziari agrometerologici e la diffusione dei consigli sui trattamenti da effettuare sia in convenzionale, che in biologico.

I presupposti per un prodotto di qualità ci sono tutti: le olive sono tendenzialmente sane e la scarsa disponibilità di acqua durante la formazione del frutto ha portato a un aumento del contenuto in sostanze fenoliche. Gli oli si prospettano, dunque, più amari e piccanti quindi più ricchi di antiossidanti, con maggior impatto, oltre che sensoriale, anche salutistico. Buoni anche i profumi, a seguito delle piogge di ottobre che hanno consentito una reidratazione della polpa.

Nelle Marche sarà l’anno di grandi oli monovarietali

(ottenuti da olive 100% della stessa varietà), fortemente caratterizzati e tipici: Raggia e Raggiola con sentore di mandorla verde, Coroncina con elevate note di amaro e piccante e sentori erbacei e di carciofo, Piantone di Mogliano più delicato con sentore di mela, Mignola amarissima con sentore di frutti di bosco; Carboncella e Piantone di Falerone con sfumature di mandorla e carciofo, solo per fare alcuni esempi.

Inoltre, il 2015 sarà l’anno delle olive da mensa (in particolare l’Ascolana tenera), sia in salamoia, che ripiena, ma, soprattutto, con un olio dal profumo di pomodoro. Tuttavia, anche nelle buone annate,

mai fidarsi del primo che capita e dei prezzi troppo bassi

le potenzialità qualitative ci sono tutte, ma un olio ottenuto dalle olive con processi naturali non è necessariamente extravergine. Per essere tale deve rispondere a parametri chimici (ad esempio, un’acidità inferiore a 0,8% e perossidi inferiori a 20) e a requisiti sensoriali (Panel test), con l’assenza di difetti e presenza di fruttato.

È opportuno rivolgersi a produttori di fiducia

che possano assicurare un corretto percorso produttivo, dal campo al frantoio, imparando ad assaggiare, addestrando i nostri sensi. L’olio deve essere fruttato (sensazione che ricorda l’oliva sana e fresca, tendenzialmente acerba), amaro e piccante (caratteristiche estremamente positive in quanto legate ai polifenoli, sostanze che proteggono sia l’olio che le cellule dell’organismo umano dall’ossidazione e dall’invecchiamento), possibilmente arricchito di piacevoli sensazioni, quali erba, mandorla, carciofo, pomodoro, frutti di bosco, legate al patrimonio olivicolo estremamente variegato che caratterizza l’olivicoltura marchigiana.

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