Disturbi dell’apprendimento: il cavallo amico dei bambini

Riceviamo per la pubblicazione da Michela Marchesini, presidente del Centro sportivo «Castel Lornano» di Macerata, il seguente articolo sugli effetti benefici del cavallo per la formazione dell’infanzia e la cura dei disturbi specifici di apprendimento.

Se il cane è il miglior amico dell’uomo, il cavallo si candida a diventare un ottimo compagno per la crescita dei minori. La Legge n. 170 del 2010, infatti, pone l’attenzione su una tematica che caratterizza un gran numero di bambini in età scolare: i disturbi specifici di apprendimento (Dsa). Con questo termine si inquadrano una serie di deficit riconducibili all’ascolto, alla lettura, alla logica e alla matematica, oltre che all’espressione verbale, le cui origini sarebbero dovute a disfunzioni a carico di determinate aree cerebrali particolarmente complesse.

Un tempo queste difficoltà venivano scambiate per svogliatezza e mancanza di attenzione, aggravando la frustrazione e il senso di inadeguatezza del bambino. Sempre più spesso vengono associati problemi  comportamentali che il bambino sviluppa per adattarsi a un mondo che, talvolta, non comprende e con il quale ha difficoltà di interazione. È importante sottolineare che i Dsa sono disturbi specifici in particolari aree di apprendimento che, a differenza del ritardo mentale, non intralciano altre competenze generali. È facile però pensare al carico di frustrazione e al probabile successivo abbandono scolastico di un soggetto che fa difficoltà a capire ciò che legge o che non riesce a tradurre in forma scritta e chiaramente leggibile ciò che ascolta.

Come può, dunque, il cavallo divenire una risorsa per il raggiungimento di obiettivi educativi di bambini con Dsa? Il cavallo e le attività a esso associate creano motivanti occasioni per stimolare interesse e attenzione. Ad esempio, per alcune situazioni di disgrafia potrebbe essere utile stimolare la capacità di osservazione nella distinzione di oggetti legati all’attività di pulizia del cavallo (striglia, brusca, pettine, nettapiedi…).

Nei problemi di calcolo, come l’incapacità di comprendere i concetti base delle operazioni semplici, sempre sfruttando “la motivazione”, posso predisporre all’apprendimento chiedendo al bambino di dividere equamente, tra tutti i cavalli del maneggio, le mele contenute in un secchio. Queste sono solo alcune delle possibili risorse che il cavallo e l’ambiente maneggio possono offrire come supporto alle attività educative “tradizionali”. La forte motivazione, le capacità empatiche dell’istruttore e l’organizzazione di un ambiente-maneggio accogliente e facilitante saranno poi gli ingredienti fondamentali per costruire abilità in modo facile.

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