È frequente andare ad un concerto di musica corale e leggere tra i titoli AVE MARIA, J.Arcadelt (1504-1568) (che potete ascoltare dal link al video proposto qui sopra)

Non nascondo l’imbarazzo provato in tutte le occasioni in cui mi sono ritrovato a presentare rassegne corali o concerti dovendo illustrare i caratteri di questo brano polifonico che normalmente viene classificato come “mottetto”. Per i diversi che ancora non lo sanno, comunico che questa composizione non è stata composta da Jacob Arcadelt, bensì è stata realizzata da Pierre-Louis Dietsch tra il marzo e l’aprile del 1842.
Innanzitutto cerchiamo di capire chi sono i soggetti.

Jacques Arcadelt
Jacob Arcadelt

Jacob Arcadelt è stato un importante ed affermato compositore fiammingo nato a Liegi presumibilmente nel 1504 (o 1505) e morto a Parigi il 4 ottobre 1568. In Italia operò per diversi anni (Firenze, Venezia) fino a diventare cantore della Cappella Giulia in Vaticano nel 1539. A Roma pubblicò quattro libri di madrigali che ebbero un grandissimo successo tanto da venir ristampati molte volte. Nel 1540 viene nominato magister puerorum, cioè direttore del coro dei bambini, e successivamente maestro principale della Cappella musicale pontificia “Sistina”.
Successivamente si mette ai servizi di Carlo di Guisa, Cardinale di Lorena e Lione, per spostarsi a Parigi dove collaborò con l’importante editore Pierre Attaignant col quale pubblichò le sue opere. Il suo successo internazionale fu, per il tempo, straordinario.

Pierre-Louis Dietsch
Pierre-Louis Dietsch

Pierre-Louis Dietsch è stato un musicista francese nato a Digione nel 1808 da padre di origini tedesche e madre francese. Da giovanissimo iniziò gli studi alla maîtrise della Cattedrale di Digione per poi trasferirsi al Conservatorio di Parigi dove conseguì il primo premio in contrabbasso. Successivamente fu nominato maestro di cappella della chiesa Saint-Paul-Saint-Louis e maestro di cappella a Saint-Eustache. Nel 1840 Dietsch iniziò a lavorare all’Opera di Parigi come maestro del coro per poi diventare nel 1860 direttore principale. Nel 1863, a causa di controversie con il direttore dell’Opera, fu licenziato. Morì a Parigi nel 1865.

Eccoci ora ai fatti: Nella primavera del 1842 Pierre-Louis Dietsch, in un concerto, presentò questa Ave Maria come un suo rinvenimento conferendone la paternità a Jacob Arcadelt. Non sappiamo se questa manipolazione storica fu da lui ideata e pubblicizzata, fatto sta che questa composizione a quattro voci è inesistente nell’opera omnia del compositore rinascimentale fiammingo. Per essere precisi, troviamo una composizione profana, una chanson, a tre voci, dal titolo Nous voyons que les hommes, che venne pubblicata in ben due raccolte del 1554.

Come ha fatto una chanson a tre voci a diventare a quattro voci? Semplice: Pierre-Louis Dietsch ha conservato la melodia, ma cambiando la metrica per permettere l’adattamento del nuovo testo, ha aggiunto la voce del basso comportando una inevitabile modifica dell’armonia originaria e ha aggiunto l’amen conclusivo inserendo una classica cadenza plagale.

La classificazione di “mottetto” del nuovo brano è impropria per diversi motivi tecnici tra cui, tanto per citarne uno, il ricorso totale all’omoritmia, cioè al procedimento di far procedere tutte le voci allo stesso ritmo.

La composizione di Dietsch riscosse diverso successo tanto da varcare i confini francesi e arrivare ad essere eseguita anche nella Basilica di San Pietro in Vaticano dove Arcadelt aveva operato tre secoli prima. Venne notata anche da Franz Liszt che la utilizzò per realizzarne una versione per pianoforte (1862)

Ma come abbiamo perso la cronistoria di questo brano e classificato come mottetto? Lo dobbiamo a una dimenticanza di Achille Schinelli che nel primo volume, a pagina 32, della sua popolare raccolta “Collana di composizioni polifoniche vocali sacre e profane” delle Edizioni Curci, inserì questa Ave Maria attribuendola esclusivamente a Jacob Arcadelt ed catalogandola come mottetto.

CurciChi ha nella proprio biblioteca il volume, può leggere anche la nota a fondo pagina: «Questa Ave Maria detiene senza dubbio un primato di popolarità nel repertorio della musica sacra polifonica vocale. L’esecuzione di questo pezzo nella Basilica di San Pietro a Roma, deve avere fortemente impressionato F. Liszt, che lo ricorda nelle sue composizioni pianistiche e organistiche ». Nessun riferimento a Diestch.

Tutto questo racconto per giungere a una richiesta. Spesso noi musicisti ci atteggiamo a fare i pignoli su diversi aspetti per poi impelagarci in elucubrazioni di musica antica che magari non abbiamo mai approfondito a dovere e scivolare su “bucce di banana” avendo preso come oro colato le indicazioni trovate su una raccolta senza essersi chiesti se la versione pubblicata fosse corretta o meno. Ed allora non costa nulla inserire nell’indicazione dei programmi di sala

AVE MARIA, P.-L. Dietsch (1808-1865) «da una chanson di Jacob Arcadelt»

e magari spiegare ai cantori quel che si sta facendo cantare loro: la verità storica tornerebbe a galla, Dietsch sarebbe contento perché vedrebbe riconosciuto il suo lavoro di contraffazione e Arcadelt sollevato dall’essersi visto attribuire qualcosa che proprio non era nel suo stile!

Lascia un commento

  • La Foto (141)
  • Lavoro (175)
  • Macerata (1.504)
  • MenSana (27)
  • Missioni (22)
  • Mondo (1)
  • Montefano (12)
  • Musica (20)
  • News (2.978)
  • Politica (81)
  • Pollenza (47)
  • Pop Corn (31)
  • Programmi (23)
  • Quaresima (57)
  • Recanati (591)
  • Regione (314)
  • Reportage (28)
  • Rubriche (16)
  • Rugby (16)
  • Salute (240)
  • Scuola (417)
  • Sinodo (3)
  • Sisma (292)
  • Social (591)
  • Società (1.193)
  • Sport (531)
  • Tolentino (407)
  • Treia (272)
  • Unimc (253)
  • Video (2.023)
  • Volley (234)