Pieno sostegno da parte delle Acli delle Marche a quanto affermato da Santino Scirè, responsabile Famiglia e vicepresidente delle Acli Nazionali, in merito al Family Day previsto per sabato 30 gennaio.

All’interno di una sostanziale critica alle proposte di una equiparazione automatica tra unioni civili e matrimoni e all’ipotesi della stepchild adoption, rispetto alla manifestazione di sabato 30 gennaio, le Acli delle Marche, come afferma la Presidenza regionale, «lasciano piena libertà di iniziativa ai propri aderenti».

Santino Scirè
Santino Scirè

«Sul tema della famiglia, fatta di mariti e di mogli, di papà, di mamme e di figli, – spiega Scirè, in una nota diffusa a livello nazionale – le Acli non sono mai state in difesa, piuttosto sono da sempre impegnate con servizi, attività, iniziative, progetti per promuoverne il protagonismo. Il clima da tifoseria che si è creato in questi giorni a ridosso del Family Day non fa certo bene alle vere priorità della famiglia, che conosciamo non solo attraverso i nostri iscritti e il costante lavoro sul territorio, ma anche attraverso le migliaia di persone che si rivolgono ogni giorno al nostri servizi di Caf e Patronato diffusi su tutto il territorio della penisola».

«Le Acli – afferma ancora – non condividono la strumentalizzazione delle piazze e, rispetto al processo legislativo in atto, hanno a cuore la tutela dei soggetti più deboli. Per questo le Acli ritengono che l’ipotesi della stepchild adoption possa essere rischiosa perché può aprire la strada alla aberrante pratica dell’utero in affitto. Tuttavia, affermiamo l’importanza di riconoscere le unioni civili, anche omosessuali, sottolineando la necessità che vengano tutelati i diritti individuali fuori da ogni possibile equiparazione al matrimonio».

Infine, conclude il vicepresidente «idealmente ci riconosciamo nel ruolo di fondamento e centro del tessuto sociale che la Costituzione assegna alla famiglia ed evidenziamo il fatto che essa preesiste allo Stato, da cui invoca solo di essere riconosciuta. Pertanto, chiediamo che il Parlamento continui a concentrarsi su argomenti concreti come il fattore famiglia, la promozione di politiche di conciliazione e la definizione di misure di welfare nuove e affidabili. Questo, sì, che sarebbe un segnale di modernità per un Paese che sa investire sul proprio futuro».

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