La Chiesa e la donna. Un binomio che, attraverso diversi Pontificati, ha accresciuto il valore e l’importanza della figura femminile oggi, troppo spesso, protagonista di tristi fatti di cronaca. Eppure, le “buone” notizie che aprono il cuore alla speranza non mancano, rivestendo le donne, le mogli e le madri di un assoluto e imprescindibile ruolo nella societĂ civile e nella dimensione ecclesiale.
Scorrendo nei ricordi degli anni, memorabile rimane la «Lettera alle donne» che nel 1995 papa Giovanni Paolo II indirizzò, con sentimenti di piena gratitudine, alle «donne spose, madri, sorelle, figli, lavoratrici, consacrate», con la consapevolezza che è in virtù della «femminilità » che si arricchisce «la comprensione del mondo», contribuendo «alla piena verità dei rapporti umani».
Eppure, il Pontefice fatto Santo, quasi precorrendo i tempi, era consapevole che «il grazie non basta», affermando giĂ all’epoca: «Siamo purtroppo eredi di una storia di enormi condizionamenti che, in tutti i tempi e in ogni latitudine, hanno reso difficile il cammino della donna, misconosciuta nella sua dignitĂ , travisata nelle sue prerogative, non di rado emarginata e persino ridotta in servitĂą. Ciò le ha impedito di essere fino in fondo se stessa, e ha impoverito l’intera umanitĂ di autentiche ricchezze spirituali». Parole che appaiono quanto mai attuali, mentre i frequenti casi di femminicidio in Italia e di violenza nel mondo ai danni delle donne imperversano.
Anche papa Francesco piĂą volte si è espresso parlando del ruolo della donna, in particolare nella famiglia. «La donna non è una replica dell’uomo, viene direttamente dal gesto creatorio di Dio. L’immagine della costola non esprime inferioritĂ e subordinazione, ma uomo e donna sono della stessa sostanza e sono complementari», ha sottolineato il Pontefice durante una celebre Udienza generale nell’aprile 2015. Quindi, la denuncia da parte di Bergoglio verso le «varie forme di seduzione ingannevole e prepotenza umiliante» verso le donne, fino «agli eccessi umilianti delle culture patriarcali e gli eccessi di maschilismo dove la donna era considerata di seconda classe», senza sottovalutare, poi, la strumentalizzazione e mercificazione del corpo femminile nella attuale cultura mediatica».
In merito alla declinazione che il Giubileo può avere al femminile sottolinea, inoltre, L’Osservatore Romano: «Le bibliste e i biblisti – come ci ricorda Nuria Calduch-Benages – spiegano che la radice del verbo ebraico mostrare misericordia e dell’aggettivo misericordioso deriva dalla radice del termine che designa l’utero materno, rehem. L’organo riproduttivo del corpo femminile, perciò, «funge – come ha scritto Elizabeth Johnson – da metafora concreta di un modo di essere, di sentire e di agire tipicamente divino. Quando la Scrittura invoca la misericordia di Dio – tema che si ritrova di frequente – ciò che chiede al Santo è di avere nei nostri confronti lo stesso tipo di amore che una madre nutre per il figlio del proprio grembo».
Nell’Anno Santo della Misericordia, dunque, celebrare il «Giubileo della donna» rappresenta un’occasione in piĂą per rendere omaggio a chi, da secoli, permette il perpetuarsi del genere umano, sotto la guida della figura femminile per eccellenza: la Vergine Maria.
SarĂ proprio l’8 marzo, pertanto, la data scelta per festeggiare questo appuntamento in cittĂ . Come giĂ preannunciato da Emmausonline (leggi Qui il servizio), l’iniziativa è promossa dal Centro Italiano Femminile «San Giuliano» di Macerata, in accordo con il Centro Italiano Femminile provinciale, Poste Italiane, l’U.Fi.Nu.Ma Macerata e il Csv Marche, con il patrocinio della Diocesi e il Comune di Macerata.
Fitto il programma degli eventi pensati per la ricorrenza. Dal 6 al 20 marzo, infatti, dalle ore 16.30 alle 19.30, presso la Sala Li Madou di Palazzo Sarnari, sono previste la mostra di documenti relativi agli Anni Santi e un’esposizione d’arte contemporanea sul tema: «La misericordia si esprime nella croce».
Martedì 8 marzo, invece, dalle 9 alle 12, presso l’atrio di Palazzo Sarnari sarĂ aperto l’ufficio postale con l’annullo speciale figurato. Nel pomeriggio, poi, ritrovo alle ore 16.30 presso i Cancelli, con il pellegrinaggio «Da Maria Immacolata a Maria Madre della Misericordia», scandito dalla consueta Via Crucis, verso la Porta Santa della basilica della Mater Misericordiae.
Alle ore 18, nella Cattedrale di San Giuliano, sarà infine il vescovo Nazzareno Marconi a presiedere la Santa Messa a conclusione del cammino giubilare.
