
«Chiesa e comunicazione al tempo della globalizzazione». Sarà questo il tema su cui verterà il convegno in programma martedì 19 aprile, alle 9.30 in Aula Magna, promosso dal dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Macerata assieme al Centro Studi «Cardinale Pietro Gasparri» di Ussita e Ucsi (Unione cattolica della stampa italiana).
Ospite d’onore, chiamato a tenere la lectio magistralis su un tema delicato quanto attualissimo, il cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo metropolita di Ancona–Osimo: l’evento, inoltre, cade in prossimità della 50° Giornata mondiale per le Comunicazioni sociali, che verrà celebrata l’8 maggio sulla base messaggio di papa Francesco dal titolo «Comunicazione e Misericordia: un incontro fecondo».
Nella mattinata, dopo i saluti di Luigi Lacchè, rettore dell’Ateneo, e di monsignor Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, interverranno anche Ermanno Calzolaio, direttore del dipartimento di Giurisprudenza, Giuseppe Rivetti, presidente del corso di laurea in Teorie, culture e tecniche per il Servizio sociale, Marco Rinaldi, sindaco di Ussita e membro del Centro Studi «Pietro Gasparri», e il giornalista Vincenzo Varagona, autore del libro «Comunicare Dio. Dalla Creazione alla Chiesa».
Lo stesso Menichelli, nella prefazione del volume sottolinea che «la comunicazione è l’arte più affascinante e singolare dell’umano. Comunicare è relazione, è conoscenza, è dono, è arricchimento, è sostanza della relazione. L’uomo porta con sè l’impronta di Dio, che per definizione è comunicazione, essendo amore». Quindi, il richiamo alla responsabilità umana e al ruolo della Chiesa in questo tempo così complesso, “raccontato” da una molteplicità di media in continua evoluzione. «La Chiesa – aggiunge il cardinale – deve essere capace di dare alla tecnologia e ai vari mezzi di comunicazione quella connotazione d’anima che li rende liberi ma non dominanti».
«La globalizzazione e i suoi rapporti con la comunicazione – spiega inoltre il professor Rivetti – costringono il giurista ad attraversare nuove categorie. Il linguaggio giuridico e le corrispondenti parole appaiono, in molti contesti, improprie ed inadeguate. Sul piano sistematico si affollano, poi, domande dalle risposte sempre più complesse, generate dal moltiplicarsi delle forme e degli interessi religiosi e non solo. Peraltro, la Chiesa rispetto ai sistemi globalizzati incontra meno difficoltà, in quanto storicamente si è sempre confrontata con un mondo interdipendente. Si ricorda a questo proposito – conclude il docente – lo straordinario intervento di Giovanni Paolo II, il quale ha affermato che «La globalizzazione, a priori, non è né buona, né cattiva. Sarà ciò che le persone ne faranno. Nessun sistema è fine a se stesso ed è necessario insistere sul fatto che la globalizzazione, come ogni altro sistema, deve essere al servizio della persona umana, della solidarietà e del bene comune».
Un messaggio pienamente in linea con le parole del Santo Padre, che a proposito di comunicazione, evidenzia come essa «ha il potere di creare ponti, di favorire l’incontro e l’inclusione, arricchendo così la società». Ponti «tra le persone, le famiglie, i gruppi sociali, i popoli». Nell’«ambiente fisico», sostiene Francesco, quanto in quello «digitale», di cui oggi siamo tutti, in qualche modo, abitanti consapevoli.
Ascolta l’intervista rilasciata da Giuseppe Rivetti a Radio Nuova Macerata:
[soundcloud url=”https://api.soundcloud.com/tracks/259645263″ params=”color=ff5500&auto_play=false&hide_related=false&show_comments=true&show_user=true&show_reposts=false” width=”100%” height=”166″ iframe=”true” /]