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Ambiente, Agricoltura e ALimentazione: la catena delle tre A

Ambiente, Agricoltura e Alimentazione sono davvero tre aspetti di uno stesso problema e sono così intrecciati che veramente sono uniti come tre anelli di una catena. Le interconnessioni tra Ambiente, Agricoltura e Alimentazione emergono con evidenza se solo si presta attenzione a quanto avviene oggi nel mondo. Sono sufficienti tre esempi.

Insistere sull’immagine della catena significa che per affrontare i drammatici problemi del nostro pianeta oggi occorre avere una visione di sistema. È quanto ci ha sollecitato a fare anche papa Francesco con la sua Laudato si’: poiché tutto è legato e tutto è in relazione, serve una visione globale, cioè una ecologia integrale.

Questa visione di sistema ci porta ad avere un’altra consapevolezza: gli effetti più disastrosi delle crisi ambientali ricadono sui più poveri del mondo. La deforestazione, ma anche l’inquinamento da fertilizzanti, pesticidi e antiparassitari li pagano i più poveri. E quindi non ci possiamo meravigliare se alcuni di questi poveri fuggono dalle zone inquinate o divenute sterili e quasi desertificate, a causa del riscaldamento globale o dei veleni impiegati dall’agricoltura chimica.

Il documento approvato al termine dell’Expo, noto come Carta di Milano, ha sottolineato gli stretti legami esistenti tra la sostenibilità ambientale e l’equità sociale. Per quello che riguarda il tema dell’alimentazione, nel quadro di uno sviluppo mondiale sostenibile a livello sia economico che sociale, la Carta di Milano ha indicato una direzione precisa: dobbiamo favorire e sostenere le agricolture contadine che producono una quantità sufficiente di cibo senza distruggere i suoli, le acque e la biodiversità.

In modo ancora più incisivo si è espresso il Manifesto del Movimento “Terra viva”, presentato a Milano da Vandana Shiva, che nelle Marche è stata la prima firmataria della Carta di Arcevia. Nel Manifesto di Terra viva si dice in modo lapidario: «Le multinazionali non nutrono il nostro Pianeta. Lo affamano. Il nostro Pianeta è nutrito da milioni di piccoli agricoltori, che vanno sostenuti». Solo l’agricoltura contadina praticata con metodi biologici rispettosi della biodiversità può salvare il nostro Pianeta.

Secondo una recente inchiesta dell’Istituto Nomisma, in Italia l’agricoltura biologica è cresciuta del 20 per cento nell’ultimo anno. Nonostante la lunga crisi non aumentano solo i consumi e la domanda di prodotti biologici, ma aumentano anche i redditi dell’agricoltore biologico. L’agricoltura biologica impiega concimi organici e rinuncia ai fitofarmaci preferendo prodotti di origine naturale; per effetto di queste scelte si riduce di poco la produttività, ma si ottiene un prezzo più alto per i propri prodotti.

In occasione della Giornata mondiale dell’ambiente 2016, un gruppo di ricercatori, su richiesta di varie realtà dell’ambientalismo (dal WWF al Millennium Institute), della ricerca universitaria e di grandi imprese interessate alla produzione di cibo di qualità, ha pubblicato un Rapporto sul futuro dell’alimentazione mondiale. Quel rapporto contiene otto proposte per sfamare il mondo; sono proposte che, oltre a far riflettere, contengono indicazioni importanti anche per la nostra agricoltura. Eccole in sintesi:

  1. usare gli agricoltori nella lotta sia al cambiamento climatico che alla perdita della biodiversità;
  2. educare i cittadini a nutrirsi con prodotti sani e di qualità, realizzati nel rispetto dell’ambiente;
  3. rallentare l’urbanizzazione e il consumo di suolo, dando opportunità di lavoro a chi resta nelle campagne;
  4. inserire l’agricoltura in una economia circolare, facendo sì che i rifiuti organici non finiscano nelle discariche o nei mari, ma ritornino ai terreni da cui provengono;
  5. ridurre gli sprechi che fanno perdere un terzo della produzione agricola, creando filiere per la conservazione degli alimenti;
  6. incentivare il cibo di buona qualità con aiuti diretti agli agricoltori che lo producono;
  7. creare standard di sostenibilità ambientale e di rispetto dei lavoratori e delle comunità rurali ai quali si debbano attenere tutte le grandi compagnie del settore agro-alimentare;
  8. infine, diffondere nella pratica agricola le nuove conoscenze tecniche e scientifiche, ma anche i saperi delle comunità rurali tradizionali con l’obiettivo di estendere su larga scala le tecniche di agricoltura sostenibile.

Sono “otto proposte per sfamare il mondo rispettando la terra”. Abbiamo bisogno di uno sviluppo sostenibile sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista economico e sociale. L’agricoltura sostenibile può dare un contributo fondamentale in questa direzione.

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