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Mercoledì 27 luglio: nella Gmg la festa ha il volto della speranza

Arrivi, e ad invaderti sono i mille colori, gli odori e i profumi, le risate e le inconfondibili mise che chi ha vissuto queste esperienze ben conosce. Cracovia è la cornice moderna di un evento ormai radicato nel tempo, come una sorta di tradizione a cui i giovani di ogni Paese non vogliono rinunciare, facendo sacrifici per potersi mettere in viaggio, sfidando la paura, che vorrebbe questo mondo incapace di donare speranza nel domani.

IMG_4133Invece la speranza c’è, e fa sentire la sua voce in questa Giornata mondiale della Gioventù 2016, ufficialmente apertasi ieri con la Santa Messa al Parco Blonia e entrata ormai nel vivo. La speranza si chiama festa.

Eccola, la parola-chiave che racchiude il senso di questo mercoledì 27 luglio. Festa per i 500mila che ieri hanno ascoltato attentamente le parole dell’arcivescovo Stanislaw Dziwisz sulle rive della Vistola, che li ha esortati ad “accendere” di fede e di entusiasmo altri cuori, perchè battano al ritmo del cuore di Gesù, che è fonte ardente di carità». Festa per i ragazzi partiti dalla nostra Diocesi che, passo dopo passo, dopo il gemellaggio stanno sperimentando il clou di queste straordinarie giornate in cui incombe l’ombra del terrorismo.

Festa per tutti gli italiani, che stasera, nella spianata del Santuario dedicato a Giovanni Paolo II si sono ritrovati insieme, per varcare la Porta Santa in questo Anno della Misericordia. Festa nei media, dove video, post e foto colorano un racconto fatto di istantanee e scene live che, a pensarci con il sorriso, al confronto fanno apparire la Gmg del 1991 a Czestochowa autentica preistoria.

Ed è festa mentre atterra l’ospite più atteso, Francesco, che in questo suo viaggio apostolico non guarderà solo agli adolescenti accorsi da tutto il mondo, ma accarezzerà i malati, le religiose, e gli anziani. Lui, che nel volo che da Roma lo ha condotto nel pomeriggio in Polonia, sottolinea che le «guerre non sono quelle di religione» e ai ragazzi, tramite un video, ricorda che «il programma di vità» è «fare ponti». Sì, la festa con il suo arrivo è davvero incominciata.

Perchè in fondo, come diceva Karol Wojtyla – ogni cosa, qui, parla del Papa Santo che fortemente volle queste «Giornate mondiali» destinate a diventare un cult – «il futuro inizia oggi, non domani». Si chiude così la prima pagina di un racconto di cinque, intensi giorni, in cui la forza e le parole di due Papi speciali si annodano in questa terra dove la storia ha lasciato il segno. E trova valore aggiunto in un’istantanea. Una fila silenziosa di ragazze e ragazze che si fermano, si inginocchiano, fanno il segno della croce e pregano nel santuario di Faustina Kowalska, mentre la gioia e la festa, fuori, proseguono.

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