Nella girandola ballerina con cui il maltempo ha messo a dura prova la pazienza dei giovani pellegrini della Gmg targata 31 alla fine, il tanto atteso sole è spuntato, e come tutto ciò che si desidera, è arrivato con tutta la sua energia ad illuminare una mattinata già di per sé brillante.
Al Campus misericordiae, con la Celebrazione eucaristica conclusiva di papa Francesco si è chiuso un evento a dir poco straordinario, che ha raccolto in questa capitale spirituale della Polonia quasi due milioni di giovani. Ora, tutti pronti per la prossima avventura, svelata, come da tradizione, dallo stesso Pontefice: sarà Panama, nel 2019, ad ospitare la prossima Giornata mondiale della gioventù.
Nella spianata polacca di circa 300 ettari quasi due milioni di giovani hanno pregato, nella notte tra sabato e domenica, guidati da due Santi illustri come Karol Wojtyla e Faustina Kowalska e incoraggiati dalle parole incisive del Santo Padre, introdotte da tre testimonianze. Questa, infatti, è la parola che chiude il cerchio di questo percorso che, in cinque giornate, ci ha visti presenti a Cracovia, con il cuore e con la mente.
E il feedback, da parte della “migliore” gioventù, decisamente coraggiosa, non si fa attendere. «Per me è la prima volta, e questa Gmg mi conferma che il cristianesimo dà vera forza all’umanità: siamo in tanti, parliamo lingue diverse, ma l’impegno a seguire Gesù è lo stesso», spiega Pepe, che viene dalla Spagna e quasi anticipa le parole con cui il cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio consiglio per i laici, saluta il Papa e la moltitudine accampata nel Campus misericordia al termine della messa: «Questa Gmg ci ha fatto scoprire la misericordia come cuore pulsante del Vangelo e del cristianesimo, perché il cristianesimo e la misericordia sono la stessa cosa!».
Tahlita, invece, è volata fin qua dalla Nuova Zelanda: alla sua seconda avventura da pellegrina conferma che «no, non è una follia essere qui, per sfidare le paure del mondo e gridare che c’è una speranza viva in tutti noi».
Colpiscono, questi volti entusiasti seppur provati da giorni di cammino e pasti non sempre soddisfacenti – uno degli aspetti della logistica organizzativa più preoccupata della sicurezza internazionale che dell’accoglienza di un evento così mastodontico per una città troppo piccola -, e invitano gli adulti a riflettere. L’italiana Chiara confida che non se la sente di fare la comunione «perchè prima devo riconciliarmi con Dio per ricevere l’Eucaristia» e Carlo, da Malta, sorride dicendo che è qua «per caso, studiando a Krakòw: un amico mi ha invitato a vivere queste giornate e credo proprio che alla prossima occasione parteciperò con convinzione».
Scatti di entusiasmo unito però, ad una sincera consapevolezza: si ritorna a casa con la volontà di crescere ancora nella fede, specialmente in questo Anno giubilare. Lo voleva Giovanni Paolo II, suggerendo un “sostegno” prezioso – «La preghiera è l’origine e la conclusione di qualsiasi impegno» -, lo chiede Francesco: «La Gmg, potremmo dire, comincia oggi e continua domani, a casa, perchè è lì che Gesù vuole incontrarti d’ora in poi».