Questo ed altri dati del recente rapporto Oxfam sono stati presentati al World social forum 2016 che si svolge in Canada. Un appello è stato rivolto ai leader mondiali per una giusta redistribuzione del reddito.

Più di 500 milioni di giovani (con età 15-24 anni) vivono (?), a livello mondale, con meno di 2 dollari al giorno e molti  giovani in età da lavoro (il 43%) sono senza occupazione o vittime di un vergognoso e diffuso sfruttamento, per questo estromessi dai processi decisionali e fortemente esposti agli effetti della grave crisi economica. Questi ed altri sconcertanti dati troviamo nel report recentemente pubblicato dall’Oxfam (una delle più importanti confederazioni internazionali specializzata in aiuto umanitario e progetti di sviluppo) su: «I giovani e la disuguaglianza: è tempo di rendere le nuove generazioni protagoniste del proprio futuro».

Il report dell’Oxfam, tra le iniziative della campagna di opinione e sensibilizzazione sulla «Sfida all’ingiustizia della povertà», dimostra in concreto come siano proprio i giovani specie oggi i più colpiti dagli effetti della persistente crisi economica internazionale. Ciò a dimostrazione ancora una volta che – come denuncia Papa Francesco – «questa economia dell’esclusione e della inequità uccide» e che questo modello di sviluppo, dove la forbice tra ricchi e poveri è sempre più larga, non è più sostenibile.

Emerge un quadro nel quale è implicata anche l’Italia dove il tasso di disoccupazione giovanile (tra i 15 e 24 anni) ha toccato a giugno il 36,5%, secondo i dati Istat. Il tutto di fronte a un contesto globale dove, nonostante i tentativi da parte di governi nell’adottare Piani nazionali per le Politiche giovanili, resta ancora molto da fare.

«Attraverso questo report  – ha dichiarato la direttrice delle campagne di Oxfam Italia, Elisa Bacciotti – lanciamo un appello ai leader mondiali affinché rendano i giovani veri attori e motore di un cambiamento da cui tutti possano trarre beneficio. Governi e società civile devono lavorare insieme ai giovani di tutto il mondo perché il peso dell’estrema disuguaglianza economica e sociale, che divide sempre di più il nostro pianeta, non schiacci le nuove generazioni in termini di accesso a servizi e diritti essenziali come l’istruzione, la sanità e il lavoro».

Nel mondo, infatti, ancora oggi quasi 126 milioni di giovani, soprattutto nei paesi poveri, sono vittime dell’analfabetismo, mentre in alcuni Paesi le ragazze hanno una maggiore probabilità di morire di parto che di finire gli studi. Un contesto globale che richiede, perciò, una profonda riflessione che parta proprio dai giovani per trovare nuove e diverse soluzioni.

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