Quel boato inconfondibile, come se la terra urlasse da lontano a ricordarci l’impotenza della nostra umanità. Le 3.36, nel cuore della notte, e l’incapacità, complice il sonno, di rendersi immediatamente conto che il terremoto bussa ancora una volta, e sconquassa case e famiglie intere, portando con sè terrore, disorientamento, morte. Secondi interminabili eppure velocissimi, che non lasciano scampo.

Tremano il Lazio, l’Umbria e le Marche, quando un terribile sisma provoca danni e vittime, tra il 23 e il 24 agosto, disintegrando, di fatto, due comuni – Amatrice e Accumoli, in provincia di – e una frazione – Pescara del Tronto, nelle Marche – praticamente ridotti a cumuli di macerie. Il ricordo, nella mente e nei profili social – dove la solidarietà ha fatto istintivamente “rete” – vola immediatamente al settembre 1997, quando, ugualmente, il “cuore” dell’Italia centrale venne colpita a morte dal terrore, e all’aprile del 2009, con le violentissime scosse che, circa al medesimo orario, distrussero L’Aquila e i suoi paesi limitrofi.

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Secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il terremoto, decisamente consistente, ha avuto una magnitudo di 6.0 e una profondità di 4 km ed è stato registrato con epicentro nella zona reatina di Accumoli, vicino Rieti. A questa prima scossa ne sono seguite molte altre: 39 in poco più di 3 ore tra Perugia, ancora Rieti, Norcia (Perugia) e Castelsantangelo sul Nera (Macerata). Il sisma è stato avvertito anche a Bologna, Roma e Napoli, dove comunque non si sono registrati danni. Altre scosse anche dopo le 6 della mattina, come conseguenza del prevedibile sciame sismico.

Sono oltre 30 i morti accertati ma il bilancio è, ovviamente, ancora del tutto provvisorio, con decine di feriti e dispersi, con persone ancora intrappolate tra le macerie. Quel che è certo è che le macchine operative dei soccorsi sono immediatamente scattate nelle zone del Centro Italia colpite e sono stati subito attivati i numeri di emergenza della Protezione Civile (800840840) e della sala operativa della Protezione Civile Lazio (803555).

Tempestivi gli interventi, con i Sindaci dei territori interessati a monitorare costantemente la situazione e la voce rotta dalla commozione per l’immane tragedia. Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha vivamente «sconsigliato di percorrere il tratto interessato della via Salaria», in modo da non ostacolare le operazioni di soccorso; in prima linea nel coordinamento dei lavori anche il Governatore della Regione Marche, Luca Ceriscioli: particolarmente colpito, come accennato, il comune di Arquata del Tronto, mentre altri danni, seppur minori, si registrano anche nel Maceratese.

Da parte della Curia di Macerata si stanno effettuando le prime verifiche alle tante chiese presenti in Diocesi.

La facciata della chiesa di San Giovanni, nel cuore di Macerata: in alto a sinistra, è visibile la parte del cornicione lesionato (foto Roberta Foresi)
La facciata della chiesa di San Giovanni, nel cuore di Macerata: in alto a sinistra, è visibile la parte del cornicione lesionato
(foto Roberta Foresi)

Da pochi minuti, come confermato da don Luigi Taliani, è stata pubblicata una nota in cui si precisa che, su ordine del vescovo Nazzareno Marconi, «tutte le Chiese dovranno rimanere chiuse finchè non verranno apportati tutti gli opportuni controlli a livello di agibilità da parte delle autorità preposte». Le operazioni proseguiranno sicuramente fino al tardo pomeriggio e, da parte dei parroci, sarà necessario mettere un cartello per avvisare i fedeli. 

Si invita chiunque, inoltre, «nel caso venissero riscontrati danni a edifici di culto, a segnalarli (se possibile con foto) all’Ufficio Diocesano dei Bene Culturali tramite la mail: beni@diocesimacerata.it».

Una veduta dell'antica chiesa maceratese delle Vergini: la parte lesionata è quella della cupola
Una veduta dell’antica chiesa maceratese delle Vergini: la parte lesionata è quella della cupola

«Sia chiaro: ci stiamo preoccupando in primis delle persone e della loro tutela, ma cerchiamo di tenere sotto controllo in particolar modo la situazione nelle chiese, dove in genere la gente si ritrova», spiega lo stesso monsignor Marconi. «Nello specifico, la struttura di San Giovanni, nel pieno centro storico di Macerata e soggetta, come noto, a lavori di recupero architettonico, lamenta una lesione ad un cornicione esterno ma non particolarmente grave. Più preoccupante, invece, la situazione alla chiesa Santa Maria delle Vergini, dove la cupola risulta seriamente danneggiata: i Vigili del Fuoco stanno controllando proprio adesso l’entità dei danni, che pare consistente. Colpita anche l’Unità pastorale di Tolentino – prosegue don Nazzareno -, dove nella chiesa del Santissimo Crocifisso sono state riscontrate lesioni al controsoffitto». Il messaggio del Vescovo è comunque inequivocabile: «La nostra apprensione va a persone e luoghi. Sappiamo di problemi alla Domus Monte Bove e nella struttura di Montefalco Appennino, in cui erano alloggiati dei gruppi che sono stati fatti evacuare e stanno rientrando».

Attivi anche gli aiuti della Caritas Marche, come da prassi in calamità del genere. «Sin dalle prime ore la Caritas Marche – spiegano i referenti della Caritas diocesana, Mario Bettucci e Marina Rinaldiha preso contatti con le diocesi marchigiane più interessate dal sisma, Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto, Fermo e Camerino. La situazione danni a persone e cose è quella che viene riportata dagli organi di informazione. Il vescovo di Ascoli Piceno, monsignor Giovanni D’Ercole, in prima mattinata si è recato nella zona di Arquata del Tronto. I referenti di Caritas Marche, Andrea Piscopo e Sonia Sdrubolini, sono già partiti per aiutare il neo direttore della Caritas diocesana di Ascoli Piceno, don Alessio, che è sul posto e sta organizzando un intervento di primo sostegno alle famiglie scese in strada. La Caritas di Fermo – proseguono i responsabili – sta facendo il punto della situazione proprio in queste ore. Siamo in contatto con Caritas Marche per capire in che modo potremmo essere di aiuto nella fase post salvataggio, su cosa potrà servire e come aiutare queste Chiese sorelle. Dai contatti avuti con i parroci delle zone ovest della diocesi non si segnalano per ora problematiche che richiedono una presenza di volontari».

Ascoli e Macerata, comunque, risultano le province marchigiane più colpite dal sisma, secondo quanto conferma la Protezione Civile. Danni registrati anche all’ospedale di Amandola, con l’ospedale evacuato, e a Mogliano. Al momento, la situazione più critica risulta a Tolentino – dove è stata chiusa piazza Mauruzi -, mentre Camerino è rimasta privata dell’elettrica senza subire, tuttavia, danni importanti.

donatoriUna comunicazione importante, inoltre, arriva anche dall’Avis di Macerata. «Gli ospedali di Macerata e Civitanova erano in emergenza sangue già dai giorni scorsi – spiega la presidente, Elisabetta Marcolini – e oggi, oltre alla ordinaria richiesta di sangue, l’emergenza si fa chiaramente straordinaria. L’appello da parte dell’Avis maceratese è rivolto però solo ai donatori regolari – spiega ancora la responsabile -, per invitarli ad andare oggi in ospedale senza la normale prenotazione: l’orario per andare a donare è continuato, dalle 8 di mattina alle 20 di sera. Ovviamente, sempre nel rispetto delle dovute regole quali condizione di salute, intervallo dall’ultima donazione, ecc. A chi non è donatore – conclude – ancora una volta dico: il sangue purtroppo serve e anche in modo imprevedibile: recatevi all’Avis per donare».

Un invito che, sicuramente, non si farà attendere, certi che la popolazione marchigiana, come già dimostrato in passato, saprà dimostrare tutto il coraggio e la forza necessaria per reagire a questo dramma.

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