Ultimi mesi dello scorso anno “neri2 per il turismo regionale con un crollo di arrivi di visitatori stranieri: nelle Marche c’è stato un calo del 36% a causa del terremoto, con una perdita netta per le strutture ricettive di 15milioni di euro nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente.

Ad affermarlo è stata un’analisi Coldiretti su dati della Banca d’Italia, secondo cui i turisti provenienti dall’estero sono passati da 115mila a 74mila mentre la spesa è scesa da 34 a 19 milioni di euro e i pernottamenti da 605mila a 224mila. Si tratta del primo effetto calcolabile del sisma del 24 agosto che è andato drammaticamente a invertire un trend positivo che nei primi otto mesi del 2016 aveva visto i viaggiatori stranieri nella nostra regione salire a quota 945mila, quasi il doppio dell’anno precedente, quando si erano fermati a quota 546mila, miglior risultato degli ultimi cinque anni.

Le scosse hanno determinato una vera e propria fuga di turisti con disdette delle prenotazioni ed effetti anche sulle aree considerate sicure. Nei centri cratere del sisma ci sono 247 agriturismi attivi e 143 esercizi alberghieri, più altri 844 tra B&B, campeggi, ostelli e altri esercizi ricettivi per un totale di 27.600 posti letto, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. Per risollevare il turismo occorre innanzitutto far ripartire le attività produttive, garantendo in tempi stretti l’arrivo di stalle mobili e moduli abitativi a tutte le aziende e gli allevamenti danneggiati, superando i ritardi accumulati. Solo così sarà possibile far ripartire l’economia dei territori terremotati cui l’agricoltura, tra manodopera familiare ed esterna, contribuisce in modo importante, alimentando anche un fiorente indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo.

La Coldiretti ha chiesto un immediato cambio di passo per alleviare le difficoltà nelle aziende dove occorre anche garantire subito una sistemazione a quegli agricoltori e allevatori che hanno avuto le case crollate o lesionate. In questo contesto una risposta è arrivata dall’ordinanza che autorizza finalmente gli allevatori a comprare direttamente tutto ciò che serve per garantire la continuità produttiva delle proprie aziende a fronte di un rimborso pubblico previsto fino al 100% delle spese sostenute.

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