In occasione della festa di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali, la comunitĂ locale di Villa Torre (borgo facente parte, a livello amministrativo, del comune di Cingoli ma capace di distinguersi nelle sue “peculiaritĂ ”) ha organizzato, per merito dei “festaroli”, un pranzo di ringraziamento. un momento di condivisione che mescola tradizione e religione.
Sant’Antonio, come noto, protegge gli animali che devono servire all’alimentazione dell’uomo, quindi li preserva da malattie e fa sì che essi arrivino in ottima salute al momento della loro macellazione. Non a caso in questo periodo si procede ancora, nelle nostre campagne, al rito della pista e il nostro maiale è presente in tutte le immagini con il suo santo protettore.
Il pranzo è stato reso possibile grazie alle cuoche Sandra, Dora, Mirella, Marisa e Nanda, donne vere con i volti in cui le rughe donano bella presenza e conferisco autorità e autorevolezza, donne che non si spaventano né della neve né delle scosse di terremoto, donne che hanno molto da insegnare ai modaioli chef stellati. Tavola imbandita a festa con decorazioni particolari, vino scelto tra i produttori locali, il giro dei compaesani per portare il calendario del Santo e tanto altro hanno fatto gli altri festaroli che pure meritano di essere nominati: Giuliano, Loretta, Lisa Angelica, Andrea, Lorella, Fabrizio, Martina, Elio, Sandro e Anna Maria.
E si inizia con un antipasto di salumi nostrani, un piatto di cappelletti rigorosamente fatti a mano dalle donne esperte di Villa Torre seguito dalle immancabili tagliatelle sposate amorevolmente con un ragĂą di carne. A seguire i secondi: oca e pollo arrosto, cotti al forno dalle sapienti mani della signora Alessandra di Apiro che da anni si diletta in questa difficile arte che è il cucinare bene, infatti la preparazione nel forno prevede un controllo costante della cottura e un rivoltare costantemente le carni affinchĂ© tutto venga cotto a regola d’arte. Va detto che gli animali da cortile consumati sono stati appositamente allevati per questa festa e la dimostrazione è stata che le carni restavano attaccate alle ossa, situazione sempre piĂą rara da trovare e sinonimo di qualitĂ . Con la stessa maestria è stato preparato l’agnello al forno. Ma il pezzo forte del pranzo è stato il maialino, anch’esso allevato appositamente. Un tipo di cottura molto particolare e non frequente. L’arrosto viene preparato con 12 ore di cottura che consiste nell’arroventare una lamiera posta a 30 centimetri sopra l’animale in modo che piano piano per trasmissione del calore, lentamente, si ottenga la giusta cottura. Il merito va al signor Nardino, che dalle 3 di notte ha curato questa originale e quanto appetitosa preparazione. Non poteva di certo mancare il dolce. Un pan di spagna, guarda caso fatto a mano, imbevuto di spuma al cedero di un noto produttore locale, con una crema al mascarpone. Ma tutto cambia, si sa, e così anche i nostri festaioli lasciano l’organizzazione di questa festa ad un nuovo gruppo, tutto sotto l’occhio attento di don Giuseppe Lippi, da molti anni parroco di Villa Torre. E anche quest’anno sant’Antonio Abate ha fatto il suo “miracolo”.
Annamaria Tittarelli