Il settimo incontro per la preparazione al Matrimonio cristiano organizzato dalla Vicaria di Treia si è tenuto nel refettorio del convento dei frati, ancora una volta di fronte all’immagine del maestoso Crocifisso. Don Gabriele Crucianelli ha aperto la serata con il suo saltellante riepilogo, ricordando i punti salienti e le parole chiave di ogni incontro. Ospite una famiglia, una coppia di sposi come tante altre ma una coppia che ha voglia di mettersi in gioco e di raccontare il proprio vissuto, offrendo Fede, competenza, professione, cuore e amore. I coniugi Rino e Rita Ventriglia sono neurologo e psicoterapeuta, lui, ginecologa e sessuologa, lei. Sono venuti da Roma per fare con le coppie un prezioso spaccato di vita famigliare, vissuta con momenti di gioia e di crisi, con difficoltà che obbligano a rimboccarsi le maniche per poterle superare e ripartire più forti di prima.
Che cos’è l’innamoramento? Questa bellissima invenzione di Dio è un’energia fortissima che spinge a costruire un legame, che dà la forza di lasciare le proprie radici per costruire qualche cosa insieme a un altro. L’innamoramento è basato principalmente su sensazioni, emozioni, che portano a desiderare di incontrarsi. Tuttavia, questa è solo una fase, importante, necessaria ma non sufficiente per un viaggio a lungo termine, c’è bisogno di qualche cosa in più. L’innamoramento è come un’energia propulsiva che porta in orbita ma poi c’è bisogno di un’altra energia che mantenga in orbita. È necessario che l’energia iniziale si arricchisca di alcune parole e concetti difficili da impiegare nella nostra società senza correre dei rischi, come rinuncia, impegno, costanza, mettere da parte me per l’altro. Questi ingredienti piano piano vanno aggiunti al piatto dell’innamoramento per far sì che diventi amore, cioè l’energia che permette di mantenere il legame. Una confusione diffusa nel mondo di oggi è che un legame si deve basare solo sul sentire: se non si sente più nulla allora il partner è sbagliato. Così, si abbandona alle prime difficoltà e si ricomincia con un altro partner, per poi giungere ancora allo stesso epilogo quando l’energia dell’innamoramento svanisce.
Il letto è l’altare di una coppia. Negli anni, l’intimità della coppia matura, si trasforma ma rimane sempre. Quando si afferma la struttura, non vuol dire che vince la debolezza e che uno dipende dall’altro; piuttosto si può vedere come la realtà quotidiana vissuta inscindibilmente in due, quando c’è un problema non si pensa più «Cosa faccio» ma «Cosa facciamo». Mano a mano che passa il tempo, compare la capacità di condividere con l’altro, cioè di sentirsi una sola cosa con l’altro. Dopo i 70 anni circa, la tenerezza e il desiderio di intimità sostituiscono il desiderio sessuale ma è sempre un modo per dire all’altro: «Ti voglio bene», «Io voglio stare con te». In ultimo, nella vecchiaia compare l’accudimento, la tenerezza porta ad accudire l’altro, il corpo dell’altro con cui si è avuta una intimità sessuale.
Josephin e Riccardo