Vent’anni fa non era semplice trovare una ragazza all’Agraria di Macerata. Eppure, il sorriso di una studentessa già donna, per grazia e capacità, brillava contagioso tra quelle aule e spazi aperti di futuro. Chi ricorda Sara Salvucci a quel tempo ha senz’altro memoria della sua gentilezza e delle sue capacità. Non è un caso che oggi, a distanza di anni, mentre in tanti si accingevano a porgerle l’estremo saluto, la sua solarità e il suo amore per la vita hanno dato frutti preziosi ed emergono come ricordi da custodire.
La giovane sembra aver lasciato, infatti, un gesto d’amore nel cuore dei familiari e dei tanti presenti. La chiesa di San Vincenzo Maria Strambi, la sua parrocchia prima di trasferirsi, una volta in sposa al suo Claudio e divenuta mamma della piccola Matilde, a Petriolo, è stata gremita oltre ogni possibilità. Salutata per l’ultima volta nel giorno della festa della donna, Sara è salita al cielo a 35 anni, dopo una battaglia con il male durata quattro anni, nella notte fra il 6 e il 7 marzo.
Il suo ultimo regalo è stato in realtà rendersi conto della sua innata capacità di unire, con la preghiera e in amicizia, chiunque abbia incontrato. Le due comunità di Piediripa e Petriolo lo hanno dimostrato, con silenzio e partecipazione, durante le esequie. Tant’è che il sindaco Domenico Luciani ha proclamato una giornata di lutto cittadino, a ribadire l’opera sociale della giovane anche all’interno della comunità che l’aveva accolta e nella quale era impegnata nel catechismo, con i bambini e in favore della promozione turistica e non solo del luogo. “Ci è sembrato un segno di rispetto per questa famiglia – hanno affermato Luciani e il vice sindaco Enrico Vissani -, tanto è il dolore in questo momento, ma tutto il paese si è stretto in un profondo abbraccio”.