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Quando l’oncologia è donna: in Italia nasce la rete «Women for Oncology»

Sono tante, preparate e competitive. Eppure il tetto di cristallo è ancora lungi dall’essere sfondato per le oncologhe italiane, visto che solo il 15% dei 223 primari di oncologia in Italia è donna (dati 2016). E anche in Europa le cose non vanno meglio: il numero delle donne nella leadership sanitaria è ancora di gran lunga inferiore a quello dei colleghi uomini a parità di incarico o ruolo. Uno scenario rimasto invariato nell’ultimo decennio, nonostante le professioniste del settore non abbiano mancato di distinguersi per meriti, capacità e versatilità.

Per questo motivo nasce, anche in Italia, il network “Women For Oncology Italy” (W4O Italy), omologamente a quanto sta avvenendo anche in altri Paesi europei dietro la spinta dell’Esmo (European Society for Medical Oncology), di cui Woman For Oncology è spin-off: nello specifico si tratta di una rete a sostegno delle donne oncologhe italiane, alle quali offrire nuove opportunità di formazione attraverso percorsi mirati di coaching. Obiettivo di W4O è fornire gli strumenti utili a superare le questioni professionali legate al genere e, in prospettiva, formare una futura classe dirigente al femminile sempre più numerosa e sempre più preparata.

In Italia, l’esperienza di Women For Oncology è stata voluta ed avviata da nove 9 oncologhe italiane che, ciascuna nel suo ambito, rappresentano l’eccellenza del nostro Paese in questa specializzazione e che si sono già distinte per il conseguimento di importanti risultati. Il 25 e il 26 maggio prossimi, a Senigallia, si terrà il meeting di W4O Italy, al quale parteciperanno oncologhe provenienti da tutta Italia per fare il punto della situazione e, soprattutto, creare una “massa critica” per iniziare a diffondere la leadership femminile in ambito medico oncologico. Anche se, tiene a specificare la professoressa Rossana Berardi, Direttore della Clinica Oncologica degli Ospedali Riuniti di Ancona, nonché una delle “anime” di W4O Italy, il progetto non è un’iniziativa di “genere”: «Non si tratta di stabilire “quote rosa” – dice – ma di dare alle colleghe una consapevolezza più forte del proprio valore professionale e del proprio ruolo sia in corsia che nella ricerca. E quindi trasmetterlo anche all’esterno, sia ai colleghi uomini che alla collettività tutta».

Il progetto WFO Italy è rivolto a tutte le oncologhe italiane tra i 35 e i 55 anni, ovvero professioniste che si trovano nell’età ottimale per costruire una carriere importante e per dare un contributo decisivo allo sviluppo dell’oncologia in sinergia, e mai in antitesi, con gli omologhi uomini.

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