L’immagine di Neri Marcorè e uno slogan dedicato alle Marche: «Se le conosci le ami, se non le ami è perché ancora non le conosci»: un allestimento, nello stand della Regione Marche, di forte impatto visivo ed emotivo, all’interno del Salone internazionale del libro, che quest’anno ha registrato un enorme successo di pubblico. Fra le numerosissime iniziative di presentazione di libri, eventi e attività culturali, promosse dalla Regione Marche e connesse all’amore per la lettura e all’editoria, anche uno spazio riservato al Comune di Treia, per la presentazione del libro “Voce fuori coro di Dolores Prato – Trascrizione e commento dei frammenti autografi su Roma capitale d’Italia”, a cura della ginesina Valentina Polci.
Protagoniste della presentazione, coordinata da Daniele Salvi, capo di gabinetto del Presidente del Consiglio Regionale, l’autrice dell’opera Valentina Polci e l’Assessore alla cultura e Vicesindaco del Comune di Treia Edi Castellani. L’opera, edita dalla Quodlibet, è stata realizzata dal Comune di Treia con il sostegno della Regione Marche e racchiude i testi autografi di Dolores Prato, predisposti per la realizzazione di un’opera da pubblicare in occasione del centenario della elezione di Roma a capitale d’Italia. Alle porte del 1970 Dolores Prato, donna e scrittrice dalla personalità spiccata, pensò, infatti, che non avrebbe potuto assistere inerte alle celebrazioni per i cento anni dalla proclamazione di Roma a capitale d’Italia; doveva infatti rispondere al suo forte impulso di andare controcorrente rispetto alle commemorazioni tradizionali.
La Prato desiderava esprimere un punto di vista in controtendenza rispetto alla classica storiografia risorgimentale. Quegli scritti, che nessun editore volle allora pubblicare, vedono oggi la luce, come ha sottolineato l’assessore Edi Castellani, grazie alla volontà del Comune di Treia di valorizzare e promuovere la conoscenza di questa grande scrittrice del Novecento italiano, profondamente legata alle Marche e, in modo particolare a Treia, città che la scrittrice descrive con prosa lirica nel suo romanzo autobiografico “Giù la piazza non c’è nessuno”: un ritratto di Treia dove la Prato ha vissuto quella parte di vita più delicata, in cui si forma e si sviluppa la personalità di ogni essere umano: l’infanzia e l’adolescenza.