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Il Servizio Civile: una strada di aiuto reciproco

Un ragazzo di nome Tomàs quattordici anni fa è venuto a vivere in Italia da Buenos Aires, Argentina, con un anno di mezzo vissuto a Granollers, una città vicino BarcellonaSi è diplomato come ragioniere programmatore, presso la scuola ITE A. Gentili di Macerata.

Oggi è un produttore musicale, ciò significa che crea musica da zero, attraverso programmi del computer e synths (attrezzi elettronici in grado di creare e modificare onde sonore), vendendole per via di case discografiche che sono interessate a pubblicarle. Il genere principale di cui si occupa si chiama “tech house”, una via di mezzo tra la “techno” e “house”, è un genere pieno di ritmi movimentati e percussioni. Il suo lavoro richiede anche un impegno pratico come dj, che lo ha portato a conoscere località e realtà diverse.

La sua passione per la musica è nata quando, da piccolo, suo fratello gli comprò delle cuffie gigantesche, per un bambino di 4 anni, e cominciò a fargli ascoltare musica di tutti i generi.

Da quel momento in poi non si è mai allontanato dalla musica, prendendo in mano strumenti sempre nuovi, negli ultimi due anni ha suonato la chitarra elettrica, come hobby, prendendo lezioni e da autodidatta.

Alla fine della scuola, quando la sua carriera da musicista non era ancora decollata si trovò perso sul da farsi. Tramite dei conoscenti è venuto a sapere dell’esistenza servizio civile e ha subito deciso di inviare domanda; dopo pochi giorni ha iniziato a lavorare da tirocinante. Scelse di andare nel Centro di Ascolto e di Prima Accoglienza come sede di servizio, perché il progetto da loro proposto prevede di insegnare la lingua italiana e far integrare i ragazzi stranieri, una strada che aveva già percorso in prima persona.

I compiti che gli sono stati assegnati durante questo breve tirocinio sono stati simili a quelli svolti durante il servizio vero e proprio, cioè principalmente quello di insegnare la lingua Italiana ai ragazzi. In più, visto il nome del progetto “Lingua & Integrazione”, durante il servizio lui e i suoi compagni avevano il compito di integrare con la società locale gli ospiti del centro, facendo si che siano attivi e proponendo impieghi dinamici. Negli ultimi mesi di tirocinio sono state organizzate attività come aperitivi sociali, cena internazionale, film, tornei di dama e di ping pong e partite di calcio.

Per Tomàs questo è stato un periodo di grande crescita personale, vivendolo come un introduzione al mondo del lavoro, dal punto di vista delle responsabilità che questo richiede e ci si mette in gioco facendosi valere per ciò che si dà e si fa.

Ha mantenuto ottimi rapporti con i ragazzi del centro, diventando amico con molti di loro e mantenendo un legame stretto anche dopo poco tempo. Riesce a sentire la loro vicinanza imparando a poco a poco le loro lingue, culture e modi di fare in un sistema di reciproco scambio.

Insieme ai ragazzi ospiti, ai volontari del centro e agli altri civilisti, Fabrizio e Irini hanno superato le problematiche di percorso e si dice convinto che questa esperienza gli lascerà molto per gli anni a venire. 

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