Se da un lato c’è chi lo coltiva come succosa risorsa, dall’altro c’è chi cerca di espiantarlo perché problema in preoccupante crescita, tanto che, nella nostra regione durante il 2016, sono stati giocati 1.916 milioni di euro (di cui 468 milioni relativi a perdite); questi dati escludono gli importi relativi al gioco telematico che pesa per un ulteriore 25% in termini di importi giocati. Se per un verso ci sono studi di neuromarketing o di neuroscienze sulla strategia migliore per condizionare le scelte delle persone, per l‘altro c’è chi cerca di aiutare chi ha le dipendenze a uscirne.

Stiamo parlando del gioco d’azzardo patologico, che fa entrare nelle casse di ciascun gestore, in media, 3.688 euro l’anno, per ogni slot machine. Il comune di Appignano si schiera apertamente contro il gioco d’azzardo e lo fa, primo in tutta la Provincia, con la delibera di consiglio del 31 luglio, approvata all’unanimità, in cui descrive le regole da rispettare, premi per le attività virtuose.

Il regolamento, entrerà in vigore dal 1 ottobre di quest’anno e obbliga a una limitazione negli orari in cui gli esercenti (circa una quindicina ad Appignano) non possono tenere in funzione le slot: dalle 7 alle 9, dalle 12 alle 14, dalle 17 alle 20 e dalle 23 alle 2.

“Il gioco d’azzardo – dice il sindaco Osvaldo Messi – è una questione che riguarda anche la nostra comunità e quindi, di conseguenza , la nostra amministrazione a livello di prevenzione culturale e sociale“. Stamattina, martedì 1 agosto, in Provincia, ne hanno dato notizia il sindaco, la consigliera con delega alle problematiche dell’età evolutiva Natascia Compagnucci, il dirigente del dipartimento dipendenze patologiche Gianni Giuli e il comunicatore del progetto Stammi Bene Paolo Nanni.

“Abbiamo pensato di sensibilizzare anche le zone limitrofe al nostro comune – spiega Compagnucci – e di incentivare, azzerando la Tari per 10 anni agli esercenti di Appignano che toglieranno gli apparecchi per il gioco entro il gennaio 2018”.

“Il comune di Appignano da sempre è stato sensibile – aggiunge Nanni – a tutte quelle che possiamo definire dipendenze”. Nelle Marche ci sono quasi 7mila concessioni per le varie tipologie di gioco d’azzardo con dati molto preoccupanti: 526 concessioni ogni 100mila abitanti maggiorenni contro una media italiana di 472.

“Il rischio grosso c’è – conclude Giuli – e il gioco d’azzardo diventa una patologia di famiglia; non si può far finta di niente”.

Per avere informazioni, per dare o ricevere aiuto nella provincia di Macerata c’è il numero verde 800 984565.

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