La speranza è come un palpito infinito e sempre nuovo che si fa sentire; soprattutto nelle situazioni peggiori. È proprio questo il sentimento che ha animato il cuore di due sorelle anziane, originarie di Camerino e da sempre vissute lì. Dopo la grande paura, lo scompiglio e tutte le difficoltà del primo mese post- sisma, acuite dalle fragilità dell’età, le signore M. hanno potuto contare su un’ottima ospitalità in un paese vicino e, successivamente constatare che, per fortuna, la loro casa non era gravemente danneggiata.
«La casa è il riassunto di una vita. Qui stiamo bene nel complesso, ma viviamo in una stanza, c’è sempre quel senso di provvisorietà», da qui la volontà delle proprietarie di trovare un modo per riottenerla quella casa. Quest’ultima era stata valutata dalle schede Aedes di livello B (agibile con provvedimenti), come molte altre abitazioni circostanti. In particolare il danno della loro casa è minimo: avrebbe potuto quindi essere già da tempo risolto.
Come aiuto al loro territorio hanno deciso poi di rivolgersi per i lavori (appena iniziati) ad un’impresa locale. Naturalmente per le sorelle M. questo è stato un duro colpo non solo economico, ma anche morale da pagare per porre fine all’esodo forzato, che ha causato un’enorme disgregazione sociale con questa politica della “deportazione” verso la costa.
La speranza è come un palpito infinito e sempre nuovo, ma qualcuno deve alimentarla e, il tempo per farlo, infinito non è.