«Fratelli e figli carissimi sono lieto di concludere la mia visita ai luoghi terremotati delle Marche davanti alla Cattedrale di San Giuliano Ospitaliere anch’essa ferita dal terremoto». Con queste parole il cardinale Gualtiero Bassetti ha iniziato la sua omelia durante la Messa per le celebrazioni patronali di Macerata. Il presidente della CEI ha poi salutato il vescovo mons. Nazzareno Marconi e le autorità presenti, ricordando lo sforzo dei tanti sacerdoti e dei Sindaci a un anno dal sisma del 2016, sottolineando l’importanza del loro “servizio”.

«Dopo la visita nel territorio reatino e nell’ascolano eccomi a Macerata per constatare di persona la vastità della distruzione portata dal terremoto – ha aggiunto Bassetti -, portando il messaggio di conforto e l’aiuto concreto della CEI alle tante persone che ho potuto incontrare attraversando l’Appennino: non si può non rimanere impressionati dalla dimensione di questa terribile calamità».

Non si può non rimanere impressionati dal terremoto, dalla dimensione di questa terribile calamità

Il cardinale ha poi ribadito un concetto già espresso in giornata a Tolentino, ovvero la fragilità dell’Italia, specchio della fragilità dei suoi cittadini. «I nostri paesi e le nostre città sono i simboli autentici della fragile bellezza dell’Italia – ha detto -, simboli che un terremoto può però trasformare in luoghi di morte e disperazione: come Chiesa abbiamo partecipato a questo dolore ma anche sperimentato i segni di una carità operosa. Occorre, ora – ha aggiunto Bassetti -, uno sforzo maggiore che riconosca con assoluta priorità nell’agenda pubblica la messa in sicurezza del meraviglioso territorio italiano».

I nostri paesi e le nostre città sono i simboli autentici della fragile bellezza dell’Italia,simboli che un terremoto può trasformare in luoghi di morte e disperazione

La salvezza, secondo il presidente della CEI, può provenire dalla riscoperta della solidarietà, verso una società che non si ripieghi su se stessa e ritrovi la speranza «tenendosi per mano e camminando insieme nella condivisione». La forza per questo popolo è data dal Signore per «ricominciare una nuova vita per intercessione della Madonna della Misericordia e di san Giuliano ospitaliere, che ci ricorda il valore dell’accoglienza, affinché tutti tornino presto ad avere la loro casa e la dignità di figli di Dio».

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