Lo scenario sociale così come si presenta oggi è costituito da dimensioni culturali e religiose diverse tra di loro. Come ci riferisce in questo articolo il quotidiano Avvenire, Torino vuole diventare sempre più accogliente e inclusiva verso i giovani studenti. Quelli che i rapporti Istat definiscono tra i più poveri.

L’assessore comunale ai Diritti, Marco Giusta, ha siglato un accordo quadro con i rappresentanti di diverse confessioni religiose. Riguarda la vita degli oltre 100 mila iscritti nei due atenei torinesi: tra di loro il 7% è straniero. Il preambolo dell’accordo sostiene che “la dimensione pubblica della Città distingue la laicità che include tutte le religioni e le convinzioni spirituali (incluso l’ateismo) come dimensione caratterizzante la personalità dell’individuo, dal laicismo, inteso come negazione della spiritualità e della dimensione religiosa nello spazio pubblico”.

Un passaggio significativo per don Luca Peyron, direttore della pastorale universitaria della Diocesi e firmatario dell’accordo. «Riconoscere la dimensione spirituale – afferma – e su di essa fondare nuove collaborazioni tra pubblico e privato rappresenta un significativo ed importante passo avanti verso un dialogo autentico nel rispetto di tutti».

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