Pubblichiamo un estratto dell’intervista di Tiziana Tiberi a José Berdini, responsabile della comunità di recupero Pars di Corridonia, in onda questa sera, giovedì 8 febbraio, alle ore 21 per EmmeSera su EmmeTv canale 89, dopo la morte della diciottenne Pamela Mastropietro a Macerata.

https://www.facebook.com/emmetvmacerata/videos/1883908028318495/

José Berdini, iniziamo dal suo ricordo di Pamela…
Il ricordo è quello di una ragazza giovane, molto confusa, da intendere come risultato del pensiero che si possa vivere o sopravvivere attraverso l’uso di droghe, quindi fuggendo dalla realtà. Dopo di che, Pamela era una persona volenterosa, con tanta energia umana. Una diciottenne in tutto, nel bene e anche nel “meno” bene: dentro ciò, anche desiderosa di ricominciare.

Molte sono state le riflessioni legate a questa vicenda. Partiamo dal messaggio che il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi ha dedicato proprio a Pamela…
Si tratta dell’unico messaggio laico. Quest’uomo ha avuto un momento di Grazia e di laicità, potremmo dire. Quando sostiene: «Pamela è morta qualche giorno fa, ma ha iniziato a morire il giorno in cui si è lasciata convincere – quindi c’è un atto anche suo di volontà – che la droga poteva essere la risposta al suo problema di vivere».

Pamela ha iniziato a morire il giorno in cui si è lasciata convincere che la droga poteva essere la risposta al suo problema di vivere

Si tratta di un messaggio laico, tecnico e storico: non un giudizio, ma un fatto. Vengono chiamati in causa molteplici aspetti che non vediamo riportati sui giornali. Il problema di vivere oggi è castrato dai social, da questo pettegolezzo, ma non si dice la verità. La verità è che quando ci si droga si viene trascinati, lo si decide, ci si “affeziona”, ed uso un eufemismo minimo, e ne diventa schiavo. Quel problema di vivere che c’è da prima e che si mostrava come un problema, se non affrontato (ed è questa la responsabilità del mondo adulto) diviene inevitabilmente una schiavitù.

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