In un’epoca che dà grande valore alle arti visive, in cui in tempo reale possiamo scambiare immagini con ogni parte del mondo, stranamente abbiamo perso la capacità di riconoscere gran parte delle iconografie che affollano le nostre chiese monumentali scrigni di tesori e di cultura di indicibile valore, storico ed artistico.
Per questo motivo ai bambini della scuola primaria Anna Frank di Pollenza, è stata presentata la figura di San Nicola da Tolentino, santo marchigiano conosciuto in tutto il mondo per le sue qualità da taumaturgo.

Purtroppo, il bellissimo cappellone trecentesco di Tolentino, adornato con la storia del taumaturgo del Piceno, non è più visitabile a causa dei danneggiamenti subiti dal sisma del 2016, e gli insegnanti di religione delle classi terze, quarte e quinte elementari Elisabetta Nardi, Giuseppina Bellagamba, Biancarosa Re, Cecilia De Baggis, unitamente agli insegnanti di classe Franca Monti, Alessandro Rinaldi, Mariangela Lanzi, Manuela Pirro e Maria Chiara Vecchione e in accordo con la Dirigente dott.ssa Catia Scattolini, hanno invitato, il 3 maggio 2018, il padre priore Giustino Casciano osa, a presentare la figura e l’opera di San Nicola da Tolentino.

Il religioso ha calamitato l’attenzione di scolari e docenti, illustrando con semplicità e chiarezza la vita del taumaturgo e ha istaurato subito con gli alunni un dialogo.

Padre Giustino si è presentato come un sacerdote appartenente all’Ordine agostiniano, lo stesso di San Nicola da Tolentino e ha fatto ascoltare ai bambini un coinvolgente canto di Medjugorje: “Gesù mi ama!” Il canto animato dai gesti e dal battito delle mani, ha permesso al sacerdote di conoscere uno a uno i bambini. Poi P. Giustino ha parlato del pavone, simbolo di immortalità, presente sull’urna del santo tolentinate e nelle catacombe cristiane, come ad esempio in quella di Santa Cristina da Bolsena.

Padre Giustino ha narrato ai bambini la vita di Santa Cristina da Bolsena, bambina undicenne che si rifiutò di adorare gli idoli e che per questo fu messa a morte dal proprio padre Urbano, che era un magistrato. Avendo conosciuto la religione cristiana, la piccola Cristina rimase fedele a Gesù e per lui sopportò anche la crudele tortura della ruota sotto la quale ardevano le fiamme; la bimba si salvò da tale supplizio e allora il padre la condannò all’annegamento, facendola gettare nel lago di Bolsena con una mola legata al collo. La pietra si mise a galleggiare e la bambina si salvò anche questa volta. Prodigiosamente la grossa pietra si mise a galleggiare invece di andare a fondo e riportò alla riva la fanciulla, la quale calpestando la pietra una volta giunta, lasciò (altro prodigio) impresse le impronte dei suoi piedi; questa pietra fu poi trasformata in mensa d’altare.

Di fronte a questo miracolo, il padre morì, ma il magistrato successore di Urbano, proseguì nell’opera di dissuadere l’ostinata bambina dalla fede cristiana. Alla fine, dopo aver subito tanti martiri gli arcieri, la trafissero mortalmente con due frecce avvelenate. La storia di santa Cristina è servita a Padre Giustino per introdurre il miracolo eucaristico di Bolsena ai bambini delle quarte che tra pochi giorni faranno la loro Prima Comunione. Il sacerdote agostiniano ha raccontato la storia dello scettico sacerdote Pietro da Praga che, ben 750 anni fa, non credendo nella reale presenza di Gesù nell’eucarestia, aveva deciso di andare in pellegrinaggio a Roma per pregare sulle tombe degli apostoli. Lungo il cammino verso la città eterna, Pietro si fermò a celebrare messa nella chiesa dove si trova la tomba di Santa Cristina martire, della quale era molto devoto. Qui, durante la Consacrazione, mentre teneva l’ostia sopra il calice, vide stillare da essa gocce di sangue che bagnarono tutti i sacri lini. In un primo momento. Il sacerdote terrorizzato, cercò di nascondere il fatto, poi si fece coraggio e rivelò l’accaduto. In quei giorni ad orvieto era presente il Papa Urbano IV che portò per la prima volta in processione fino ad Orvieto la preziosa reliquia e da qui nacque la festa del Corpus Domini.

Con questi racconti padre Giustino ha introdotto la storia del piccolo Nicola che vedeva nell’ostia il volto di Gesù bambino e altri fatti prodigiosi della vita del santo, come ad esempio la visione delle anime del Purgatorio. In particolare, il Priore ha raccontato l’apparizione a San Nicola del confratello Padre Pellegrino, che era in Purgatorio e soffriva molto e per questo si raccomandava alle preghiere del santo per essere liberato da quel terribile supplizio.

I bambini erano già conoscevano la vita del santo e dei principali fatti prodigiosi a lui attribuiti, avendo anche realizzato con la carta e altri materiali gli elementi caratteristici della sua iconografia:
– con delle stecche di legno e del cartone sono stati costruiti dei simpatici bauletti che ricordano la cassa che ha lungamente conservato le sante braccia di San Nicola;
– con il cartoncino sono stati realizzati gli abiti agostiniani da novizio e da professo indossati dal santo durante la sua vita religiosa nell’ordine agostiniano;
– carta e stecche di legno sono state trasformate in splendidi pavoni come quelli incisi sulla tomba del santo a ricordare il suo passaggio alla vita eterna;
– gigli di carta rimandano alla virtù della purezza che il santo aveva coltivato per tutta la vita;
– tante stelle di cartoncino giallo realizzate con tecniche diverse, a ricordo della stella che guidò San Nicola a Tolentino, ma anche il simbolo eucaristico in cui il santo vedeva l’immagine di Gesù Bambino;
– uccelli di carta rammentano il miracolo delle pernici offerte al santo, durante la sua malattia, per cibarsene e che San Nicola fece ritornare in vita;
– il nome di San Nicola è stato scritto a lettere cubitali in perfetta calligrafia gotica;
– l’immagine del santo è stata realizzata su bigliettini di carta a forma delle mani dei bambini.

Tutti questi lavori sono stati eseguiti con l’intento di ringraziare il Priore della sua presenza nella nostra scuola, ma anche con la certezza che Padre Giustino, saprà valorizzarli nelle prossime feste di San Nicola per far conoscere ad altri bambini la storia del santo. Un aiuto, quindi dei bambini di Pollenza per tramandare la memoria del taumaturgo del Piceno alle nuove generazioni.

Padre Giustino ha regalato ai bambini una bella immagine di San Nicola recante a tergo la preghiera del bambino, un’altra immagine del santo a cui appaiono le anime purganti mentre celebra la Santa messa ed infine i panini benedetti con i quali il santo ottenne la guarigione.

La lezione è terminata con un festoso scambio di saluti.

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