150 giovani di diverse confessioni cristiane stanno condividendo, per il decimo anno, una settimana residenziale di condivisione, preghiera e testimonianza, a Loreto, con lo sguardo rivolto alla Santa Casa. Questo rappresenta il Campo ecumenico europeo che si concluderà domenica 22 luglio presso il Centro Giovanni Paolo II, nella struttura che domina la spianata di Montorso, inaugurata nel 2000 e voluta dallo stesso Pontefice dopo il pellegrinaggio dei giovani d’Europa in quegli stessi luoghi.

«Da Loreto – ebbe a dire Wojtyla a Eurhope 1995, evento ispiratore di tale realtà pastorale – questa sera abbiamo compiuto un singolare cammino dall’Atlantico agli Urali, in ogni angolo del continente, dovunque si trovano giovani in cerca di una ‘casa comune’. A tutti dico: ecco la vostra casa, la casa di Cristo e di Maria, la casa di Dio e dell’uomo! Giovani dell’Europa in marcia verso il 2000, entrate in questa casa per costruire insieme un mondo diverso, un mondo in cui regni la civiltà dell’amore!». Il Centro lauretano nei prossimi giorni si trasformerà nuovamente in «capitale spirituale», nel segno del dialogo ecumenico. Il primo Campo si tenne nell’estate del 2009 alla presenza di anglicani, ortodossi romeni e cattolici italiani, accompagnati dai loro sacerdoti e responsabili: oggi, al nucleo originario, si sono aggiunti anche i giovani luterani di Svezia e Danimarca e i greco-cattolici della Romania e dell’Ungheria oltre che i cattolici della Bulgaria.

«Si tratta di un’esperienza che include e non esclude nessuno. A stare insieme sono giovani diversi per confessione religiosa e tanti altri motivi: differenze che però non fanno mai rima con divisione, bensì con opportunità», spiega don Francesco Pierpaoli già direttore del Centro di Montorso e incaricato per la Pastorale giovanile delle Marche. «Quest’anno, poi, il Campo coincide con il Sinodo dei giovani voluto da Papa Francesco – aggiunge – e per questo abbiamo voluto riprendere l’esempio di due giovani che con la loro vita hanno fatto bella la Chiesa e riparato le sue mura facendone una casa per tutti: Maria e Francesco d’Assisi. Il titolo quindi sarà: ‘Va’ e ripara la mia casa. Costruttori e messaggeri di unità». A tal proposito, nel corso della settimana è prevista anche una visita alle zone terremotate regione e il confronto con i vescovi «aiuterà i giovani a riconoscersi protagonisti e costruttori nella carità di un mondo nuovo». Inoltre, conclude don Pierpaoli, per l’edizione 2018 «l’ecumenismo, terra promessa dei cristiani e sfida per il mondo e la Chiesa del nostro tempo, tornerà a volare alto grazie alle relazioni di giovani che accompagnati dai loro educatori, religiosi e laici, in ascolto della Parola, metteranno da parte le loro strade per seguire solo Gesù, unica via dell’unità».

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