Oggi, 22 novembre, la Chiesa onora la memoria liturgica di Santa Cecilia, vergine e martire, patrona dei musicisti. Nel Martirologio Romano si legge che, Santa Cecilia, abbia conseguito la sua duplice palma per amore di Cristo nel cimitero di Callisto sulla via Appia. Il suo nome è fin dall’antichità nel titolo di una chiesa di Roma a Trastevere. Come per la maggior parte dei martiri cristiani non si hanno notizie certe. Di acclarato c’è che durante l’impero di Costantino esisteva già il “titolo” basilicale di Cecilia e la sua festa liturgica veniva celebrata nella basilica a lei dedicata a Trastevere fin dall’anno 545.

Cecilia sposò il nobile Valeriano. Nella sua “Passio”, un testo più poetico che altro, viene narrato che il giorno delle nozze la santa cantava nel suo cuore: «conserva o Signore immacolati il mio cuore e il mio corpo, affinché non resti confusa». Da questo particolare è stata denominata patrona dei musicisti.

Nella preghiera di colletta che la liturgia del giorno ci permette di poter meditare si legge:

Ascolta, Signore, la nostra preghiera
e per intercessione di santa Cecilia, vergine e martire,
rendici degni di cantare le tue lodi.

Il giorno della festa di Santa Cecilia non si può ridurre ad una banale festa musicale completata da pranzo o cena luculliana (ci sta bene anche questo, per carità!), ma ad una lode sincera e verace rivolta a Dio da parte di tutti gli operatori della musica liturgica che tutto l’anno si prodigano per animare le celebrazioni liturgiche. Essere operatori degni di un ministero particolarmente delicato come quello del canto nella liturgia, non è un’espressione buttata là a caso, bensì qualcosa di molto importante.

Al n.29 della Sacrosanctum Concilium si legge:
“Anche i ministranti, i lettori, i commentatori e i membri della « schola cantorum » svolgono un vero ministero liturgico. Essi perciò esercitino il proprio ufficio con quella sincera pietà e con quel buon ordine che conviene a un così grande ministero e che il popolo di Dio esige giustamente da essi. Bisogna dunque che tali persone siano educate con cura, ognuna secondo la propria condizione, allo spirito liturgico, e siano formate a svolgere la propria parte secondo le norme stabilite e con ordine.”

Spesso veniamo accusati di essere sciatti nel canto e nel suono, di operare scelte repertoriali non rispettose del rito, accuse che si rivelano il più delle volte giuste se non  troppo clementi.

Che Santa Cecilia ci apra il cuore e la mente affinché possiamo essere sempre preparati e avere il rispetto della Parola che si fa canto in ognuno di noi.
Quale miglior proposito si può augurare a noi musicisti di chiesa se non quello del Beato Don Luigi Monza il quale ripeteva che «il bene deve essere fatto bene» e che «la santità non consiste nel fare cose straordinarie ma nel fare straordinariamente bene le cose ordinarie». Impegniamoci, soprattutto, a non stonare nella vita di Cristiani.

Buona festa di santa Cecilia a tutti i miei amici musici!

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