Franco Perlasca e sua moglie Luciana Amadio, figlio e nuora di Giorgio Perlasca, un uomo giusto che nell’inverno del 1944-1945 a Budapest salvò dallo sterminio nazista migliaia di esseri umani, apriranno domani, martedì 22 gennaio a Macerata le iniziative per la Giornata della Memoria. Alle ore 9 saranno al teatro Don Bosco per un incontro con gli studenti “Parole vive – Perlasca. Il silenzio del giusto” che sarà preceduto dalla consegna da parte del prefetto Iolanda Rolli dell’onorificenza ai congiunti di Giovanni Renna, il maceratese di Corridonia insignito della Medaglia d’Onore riservata ai cittadini italiani che sono stati deportati e internati nei lager nazisti.
L’incontro con Perlasca, sarà aperto dal filmato “La storia maestra di vita – L’esempio di Giorgio Perlasca” contenente stralci dell’intervista rilasciata da Giorgio Perlasca al Museo dell’Olocausto di Washington, con il coordinamento storico di Piero Angela. Seguirà il confronto con gli studenti e un reading della Compagnia Oreste Calabresi di brani di Primo Levi e di Edith Bruck. Voci recitanti: Michela Meschini e Mario Pallotta. Quella di Giorgio Perlasca è la straordinaria vicenda di un uomo che, pressoché da solo, nell’inverno del 1944-1945 a Budapest riuscì a salvare dallo sterminio nazista migliaia di ungheresi di religione ebraica fingendosi Console spagnolo, lui che non era né diplomatico, né spagnolo. Ora il suo nome è a Gerusalemme, tra i Giusti delle Nazioni, e un albero in suo ricordo è piantato sulle colline che circondano il Museo dello Yad Vashem.
Macerata celebra il Giorno della memoria, con altre iniziative e occasioni di conoscenza e riflessione messe in campo dall’Assessorato alla cultura del Comune di Macerata, insieme alla Prefettura di Macerata, l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Macerata “Mario Morbiducci” (ISREC), la Compagnia Teatrale Oreste Calabresi, l’Ufficio Scolastico Provinciale, l’Anpi, con il coinvolgimento delle scuole cittadine. Si svolgeranno per tutta la settimana per “riflettere sui valori che fondano la nostra civiltà, sulla conoscenza della storia e sulla trasmissione alle nuove generazioni di un’etica della responsabilità perché l’umanità scelga sempre la difesa della dignità delle persone”, come ha sottolineato l’assessore alla Cultura Stefania Monteverde.

Il 24 gennaio dalle 16 alle 19, alla Biblioteca Mozzi Borgetti appuntamento con il Seminario di didattica della Shoah: fascismo e razzismo, una giornata di studi con gli interventi di Paolo Pezzino, presidente Istituto Nazionale Ferruccio Parri, e Gianluca Gabrielli, insegnante e studioso di razzismo fascista e colonialismo italiano. L’iniziativa è curata dal l’Isrec.

Il 29 gennaio, in collaborazione con l’ANPI Comitato Provinciale e l’Isrec, alle 11 alla Terrazza dei Popoli in un appuntamento aperto a tutta la cittadinanza verranno ripiantumate le 20 rose bianche in ricordo della tragica storia di altrettanti bambini ebrei, deportati da Francia, Italia, Olanda, Polonia Slovacchia prima al campo di sterminio Auschwitz-Birkenau, poi nel campo di concentramento tedesco di Neuengamme (Amburgo), dove divennero vittime degli esperimenti medici e della brutalità insensata della politica dello sterminio del Terzo Reich.

Sono inoltre previste due lezioni/laboratorio, la prima sul tema “Campi di concentramento in provincia di Macerata” a cura di Annalisa Cegna dell’Isrec la quale simulerà, grazie a materiali multimediali, come attraverso fonti d’archivio e ricerche di prima mano, sia possibile ricostruire le storie delle donne e degli uomini che, durante la Seconda Guerra mondiale, sono stati internati nei campi di Urbisaglia, Sfrozacosta e Treia a altri centri del territorio maceratese.
La seconda lezione “Ad Auschwitz c’era un’orchestra” sarà invece a cura di Stefano Rocchetti, sempre dell’Isrec. Si tratta di un incontro storico – musicale raccontato attraverso l’ascolto e la lettura di alcuni autori, tra cui Primo Levi e Fania Fénelon, la proiezione di parti di film, di documentari e testimonianze di alcuni sopravvissuti. Il tema affrontato ha una duplice chiave di lettura: da una parte la musica utilizzata come arma distruttiva e umiliante da parte dei nazisti e dall’altra la musica che salva e che conforta contrastando le barbarie e l’annientamento inflitto quotidianamente.
Altre iniziative sono previste a cura degli insegnanti delle scuole nel corso delle attività didattiche educative e formative.

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