di Gianni Borsa
Brexit, democrazia e pericolo-disinformazione, Corpo europeo di solidarietà, cambiamenti climatici, crediti deteriorati, pratiche sleali nei rapporti tra imprese nella filiera alimentare, rapporti commerciali con gli Stati Uniti, situazione in Venezuela e Nicaragua: sono solo alcuni degli innumerevoli temi affrontati durante la sessione plenaria del Parlamento europeo, svoltasi dall’11 al 14 marzo a Strasburgo. Un concentrato di discussioni e votazioni su nuove normative comunitarie, dibattiti politici sui massimi sistemi, preoccupazione latente per l’avvicinarsi del Brexit con un governo e un parlamento britannici incapaci di arrivare a proposte credibili per gestire un delicato – e rischioso – passaggio di portata storica. E infine chiusura “col botto”: le polemiche attorno ad alcune frasi del presidente Tajani sul fascismo e una risoluzione che chiede l’estradizione in Italia dell’ex brigatista Casimirri, implicato nel delitto Moro.
“Pagina buia della storia”. “Da convinto anti-fascista mi scuso con tutti coloro che possano essersi sentiti offesi dalle mie parole, che non intendevano in alcun modo giustificare o banalizzare un regime anti-democratico e totalitario”. Sono arrivate in chiusura di sessione le scuse ufficiali del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, dopo le parole pronunciate in una trasmissione radio sul ventennio fascista. Criticate in Italia e in Europa, le affermazioni di Tajani sono subito rimbalzate a Strasburgo durante la sessione plenaria dell’Europarlamento, dove se ne è discusso a lungo giovedì 14 marzo. Socialisti e democratici, Verdi, Liberali hanno intimato a Tajani una rettifica, la Sinistra unitaria ha invocato le dimissioni. Tajani ha specificato: “Sono profondamente dispiaciuto che, malgrado la mia storia personale e politica, qualcuno possa pensare che io sia indulgente col fascismo. Sono sempre stato convintamente anti-fascista. Ho sempre ribadito che Mussolini e il fascismo sono stati la pagina più buia della storia del secolo passato, senza alcun distinguo. Mi sono sempre battuto contro ogni forma di dittatura o totalitarismo”. Il presidente dell’Europarlamento ha concluso: “Come ho detto con grande fermezza lo scorso ottobre in plenaria, l’Europa nasce dalla sconfitta del fascismo ed è l’argine più solido contro ogni totalitarismo”.
Cresce la distanza da Londra. Ma il primo colpo di scena c’era stato lunedì 11 marzo, quando a Strasburgo era arrivata la premier inglese Theresa May, per incontrare i vertici comunitari (Juncker, Tajani, il negoziatore Barnier) in vista delle votazioni in corso questa stessa settimana a Westminster per tentare di regolare l’uscita del Regno Unito dall’Ue, con l’ormai imminente data fissata al 29 marzo. L’attenzione sul Brexit è tornata poi in emiciclo, dove i deputati hanno dato il via libera ad alcune misure urgenti in caso di “no deal”, ossia di divorzio Londra-Ventisette senza adeguato accordo. Dal dibattito sviluppatosi in aula è apparso chiaro che nell’Ue il clima politico verso il Regno Unito è ormai di diffidenza e stanchezza e ora ci si augura solo una uscita rapida e indolore dell’isola dalla “casa comune” europea.
Pericolo fake news. A Strasburgo è giunto il premier slovacco Peter Pellegrini per un dibattito sul futuro d’Europa. L’Assemblea ha segnalato il rischio della propaganda e della disinformazione in vista delle elezioni di maggio proveniente soprattutto da Russia, Cina, Corea del Nord. La plenaria ha quindi chiesto al Consiglio Ue e alla Commissione di sospendere i negoziati di adesione della Turchia, dove mancano il rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto, mentre è messa sotto attacco la libertà di espressione e cresce la corruzione. Gli eurodeputati hanno approvato una proposta che chiede maggiori risorse per le politiche per asilo e immigrazione e per proteggere le frontiere esterne.