“I centri medi sembrano offrire una qualità complessiva migliore, come se le grandi metropoli pur ricchissime di opportunità pagassero il prezzo della maggiore densità in termini di peggiore qualità ambientale e minore attenzione alle relazioni. Si confermano le difficoltà del Mezzogiorno, tutto nella seconda parte della classifica, fino agli ultimi posti di Reggio Calabria, Vibo Valentia, Napoli e Crotone”. Lo scrive Francesco Riccardi, caporedattore di Avvenire, nel dossier pubblicato oggi dal quotidiano sul “ben vivere”. “Città e intere regioni che, oltre al divario economico e occupazionale (il reddito medio disponibile nella provincia di Enna, 25.700 euro, è meno della metà di quello di Milano, 55.553 euro) scontano anche peggiori servizi pubblici e un capitale umano più povero (a Bologna i giovani con laurea sono il 37,5% e i diplomati il 70%, nella provincia di Barletta-Andria i laureati sono meno della metà, il 14,5%, i diplomati appena il 40%)”. Certo, conclude Riccardi, “ci sono i paradossi del benessere che città come Trento, Bolzano, Milano pagano in termini di maggiore dipendenza dall’alcool, disagio psichico e numero di suicidi, ma anche questo non è sufficiente a dare una misura precisa del vivere bene in un territorio. Così abbiamo provato a immergerci ancora più in profondità nella realtà del Paese, stilando altre due classifiche, assai significative per i parametri utilizzati, sulla ‘Generatività dei territori’ e sulla ‘Responsabilità civile dei territori’”. Sul sito (www.avvenire.it), oltre a trovare la classifica del “Ben-vivere”, è possibile interagire con essa “pesando” i diversi parametri per scoprire la città ideale in cui vivere.