Alla vigilia del viaggio pastorale in Cina del vescovo di Macerata Monsignor Nazzareno Marconi insieme al vicario generale don Andrea Leonesi e don Giovanni Battista Sun Xuyi in Cina, pubblichiamo l’intervista al pastore maceratese a cura di Roberta Foresi.

Siamo vicinissimi all’inizio di un’importantissima visita pastorale in Cina (dal 3 al 13 agosto): quel lontano Paese è molto legato al nostro territorio…
Certo, non a caso siamo la Diocesi di Padre Matteo Ricci ed è dal 1500 che si è partiti da qui per evangelizzare la Cina. Il legame si è mantenuto nel corso del tempo e ci sono realtà della nostra diocesi dove comunità francescane hanno svolto attività sia in Asia che in Cina. Viceversa, ancora oggi ci sono delle presenze significative sia a Taiwan che nella Cina continentale, con due parrocchie seguite da oltre dieci anni da sacerdoti diocesani.

Immaginiamo che andrà proprio lì…
Andrò ad incontrare i nostri preti insieme al loro Vescovo e celebreremo una festa importante per la parrocchia. Con noi poi farà ritorno in Italia don Mirko Cichella che, dopo molti anni in Cina, proseguirà il suo servizio dapprima a Macerata per reinserirsi gradualmente nella nostra società.

La Cina è un Paese grandissimo…
È un continente in continua evoluzione: gli accordi tra la Santa Sede e il Governo cinese hanno portato a un primo significativo risultato per cui non ci sono più vescovi in Cina che siano riconosciuti solo dallo Stato e non dalla Chiesa. Questo è un passo molto significativo.

Ci sono luoghi  particolari che lei andrà a visitare?
Credo sia doveroso per un Vescovo di Macerata recarsi presso la tomba di Padre Matteo Ricci, con l’augurio che possa essere presto proclamato Santo. Poi visiterò i luoghi in cui abitano le famiglie in missione, nonostante le distanze siano enormi e non sempre è facile percorrere 400/500 chilometri.

Macerata oltre l’Università ospita l’Istituto Confucio…
Ormai un terzo della popolazione mondiale vive in Cina: è impossibile non interagire con questo “mondo” anche in Italia.

Il Suo è il terzo viaggio in pochi mesi: dopo l’Argentina, l’Irlanda, la Cina e poi tra le parrocchie del nostro territorio…
Il Vescovo, secondo le norme della Chiesa, deve fare la visita pastorale entro i cinque anni della sua entrata in servizio nella sua Diocesi. Vado ad incontrare i nostri sacerdoti e le realtà vive come movimenti e le associazioni che svolgono un servizio o un impegno a nome della Diocesi di Macerata.

Abbiamo tanti carismi: si tratta di una grande ricchezza?
Penso a ciò che scriveva San Giovanni Paolo II, che ha ribadito come la Chiesa del terzo millennio debba avere una attenzione particolare ai carismi: come il millennio precedente era caratterizzato dagli ordini religiosi, oggi la realtà ecclesiale è dei laici: la Chiesa deve imparare ad interagire in modo molto positivo con queste realtà.

Da settembre inizierà la visita pastorale nelle parrocchie…
Stiamo preparando un programma. Cercherò di vivere dei momenti di incontro con le unità pastorali privilegiando gli ammalati e i piccoli. Data la vastità della nostra diocesi prevedo di impiegare almeno due anni per concludere questa importante visita pastorale.

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