Carissimi fratelli,
considero un fatto provvidenziale e molto significativo che questa ordinazione diaconale si svolga nella celebrazione vigiliare della festa di Tutti i Santi.
La parola di Dio appena ascoltata ci offre degli spunti per leggere la liturgia che stiamo celebrando e comprenderne, in una visione soprannaturale, il significato più pieno.
Il Veggente dell’Apocalisse contempla la Chiesa del cielo e la descrive come “una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua”.
Da oggi la vostra vita sarà completamente consacrata al Signore ed al Vangelo.
Alcune promesse concrete e visibili, che ora farete, ne saranno il segno chiaro. Non si tratta di privazioni, come spesso oggi le intende il mondo, ma di vie per trovare la beatitudine, infatti proprio il vangelo delle Beatitudini le illumina in maniera del tutto particolare.
La seconda scelta è l’impegno a tempo pieno nell’evangelizzazione. Annunciate il Vangelo con passione, “opportune et importune” come dice S. Paolo. Ma ciò sia fatto senza prepotenza, il vangelo si annuncia per attrazione e non per proselitismo: “Beati i miti” dice la Parola di oggi.
Il vangelo si annuncia poi impegnandosi nella promozione umana di un mondo più giusto: “Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia”.
Infine lo si annuncia soprattutto e più di tutto avvicinando tutti con l’annuncio dell’amore di Dio. Un amore misericordioso che vince ogni male: “Beati i misericordiosi”.
La vostra evangelizzazione sia perciò impregnata e diretta dal messaggio delle Beatitiudini, così potrà essere quella Nuova evangelizzazione che amava richiedere S.Giovanni Paolo II, alla cui personale protezione tutti voi affido con una particolare ispirazione del cuore.
La terza scelta, legata all’impegno solenne della preghiera, è quella di diventare sempre di più uomini di preghiera e maestri di preghiera, come abbiamo più volte ripetuto durante il nostro ultimo ritiro. Allora abbiamo ricordato l’urgenza per voi e per tutti della unificazione e purificazione del cuore, attraverso la preghiera intensa e fedele. A voi ed a tutti ricordo: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”.
La quarta scelta, particolarmente legata allo spirito di servizio a Dio ed all’uomo che caratterizza il vostro ministero diaconale, è quella di essere ogni giorno di più “Uomini della Carità”. La Carità di Cristo che dobbiamo imitare, si è espressa prima di tutto nella sua incarnazione, nel suo farsi servo, nella sua profonda condivisione della condizione umana, in particolare di quella degli ultimi. Non siate uomini della beneficenza distaccata e superba, ma uomini della Carità, che ascolta e condivide soprattutto con “quelli che sono nel pianto” e con “i perseguitati per la giustizia”. Nell’impegno ad essere veri “operatori di pace”. Il testo greco dice: “facitori di pace”, forse per rendere l’aramaico delle parole di Gesù che suonerebbe “costruttori dello shalom”. Siate pazienti e coraggiosi costruttori dello “shalom”, di quel bene del cuore e della vita che la Scrittura promette a tutti coloro che si lasciano amare da Dio.
Se farete tutto questo sarete BEATI.
Per tutto ciò invoco su di voi con tutto il cuore e con tutta la forza della preghiera della Chiesa, il dono dello Spirito Santo, che vi costituisca da ora e per sempre Diaconi, servi del Signore.