Nella chiesa dell’Abbazia di Fiastra, a pochi giorni di distanza dall’ordinazione di sei diaconi che l’anno prossimo diventeranno sacerdoti, nel pomeriggio di sabato 7 dicembre il vescovo Nazzareno Marconi ha ordinato quattro diaconi permanenti. Si tratta di Denis Marini, Renzo Mazzieri, Carlo Migliorelli, Mario Torregiani: persone con un lavoro e una famiglia che hanno scelto di consacrarsi al servizio della comunitĂ  cristiana e per questo hanno seguito un lungo cammino di formazione. Ha concelebrato il vescovo Claudio Giuliodori.

Qui di seguito proponiamo il testo dell’omelia pronunciata durante la celebrazione dal vescovo Nazzareno Marconi.

La Parola che la Chiesa ci propone stasera illumina ciò che stiamo per compiere in maniera particolarmente significativa.
Paolo, scrivendo agli Efesini, insegna a leggere la storia dell’umanitĂ  e ogni storia personale in una luce di provvidenza: tutto è guidato da “un disegno d’amore della volontĂ  Divina”. Paolo parla addirittura di “predestinazione” da prima della creazione del mondo, ma dobbiamo comprendere bene le parole dell’Apostolo. Gli antichi latini credevano al “Fatum”: a un copione tutto scritto che l’umanitĂ  interpreta senza libertĂ  e quindi senza responsabilitĂ . Questa non è certo la fede cristiana nella Provvidenza. Se voi siete qui non è un caso, come non è a caso che le nostre vite si dipanino nel tempo.

C’è “un disegno d’amore” dice Paolo, un bel progetto d’amore con cui Dio ci ha amato da prima della nostra nascita. Voi che siete sposi e anche padri sapete che l’amore sogna. Chi ama, immagina il futuro e vorrebbe tracciare una strada bella e preziosa per la vita dell’amata, per la vita dei figli. Ma non si può amare senza avere cura della libertà dell’altra; chi ama propone il suo sogno, non lo impone. Così fa Dio con ciascuno di noi.
Dio ha sognato da tempo per voi questo momento e questo cammino di santificazione e di servizio nel diaconato, ma la sua realizzazione è stata affidata alla vostra libertà ed alla libertà degli altri.

La Provvidenza pone piccoli semi di bene nel cuore della storia dell’umanità e della storia personale di ognuno di noi, sta però a noi riconoscerli con la Fede, accettarli con l’amore generoso: la Carità, e infine portarli a maturazione sorretti dalla virtù della Speranza.
Oggi è un momento di arrivo, un tempo dei frutti della Provvidenza per voi e per tutta la nostra Chiesa diocesana. Ma nei frutti della Provvidenza, come in ogni buon frutto, sono nascosti i semi di nuovi frutti.

Oggi per voi e per noi è un traguardo, il compiersi di un Ministero nella Chiesa che vuol rinnovarsi e testimoniare che Dio guida la nostra storia al bene. Non siamo però semplicemente arrivati, dobbiamo anche ripartire.
Il vostro diaconato, come abbiamo riflettuto in questi anni, ha il compito speciale, insieme con gli altri diaconi permanenti della Diocesi, di tracciare i passi di una nuova storia di Chiesa.

Papa Francesco nella Evangelii Gaudium ha parlato di un necessario rinnovamento pastorale che ci attende, per rispondere alle grandi sfide di un mondo che cambia, in un contesto sempre più grande e complesso. Voi sarete parte importante di questo cambiamento, se continuerete a lasciarvi guidare dal “disegno d’amore” che il Signore ha su di voi e sulla nostra Chiesa diocesana.

Il brano di Vangelo, che presenta l’Annunciazione, ci traccia la strada, indicando uno stile di umile collaborazione alla volontà di Dio: «Eccomi sono la serva del Signore». Maria si pone liberamente e generosamente al servizio del progetto di Dio. Nella sua gioia di madre che accoglie una nuova vita, c’è lo stile con cui dobbiamo ogni giorno servire il Signore.
Il servizio non è un peso subìto, una tassa da pagare, un obbligo da assolvere. Chi serve così il Signore, dimostra di farlo per raggiungere altri fini: la notorietà, la stima degli altri, la soddisfazione personale… tutte motivazioni che non debbono né possono sostenere il vostro «Eccomi!».

Il servizio a Dio e ai fratelli, ci insegna Maria, ha una gioia tutta interna e piena, la gioia di donare gratuitamente la vita. Come una madre è tale davvero solo se dona gratuitamente la vita al figlio, non «si fa un figlio per sé» come tanti pensano oggi, ma lo accoglie con amore gratuito. Così il vostro servizio deve scaturire da un dono gratuito e gioioso: fare il bene per la gioia di farlo, servire perché è bello mettersi a servizio della fede dei fratelli, amare senza richiedere il contraccambio, donare davvero la vita perché il “disegno d’amore” di Dio su di noi e sul mondo si compia.

In questo nostro mondo di oggi, che vive tutto concentrato sull’interesse e il calcolo, noi uomini di Chiesa siamo chiamati a testimoniare nei fatti che ci può essere un modo di vivere diverso. Il sogno di Dio è che tutti possiamo essere ogni giorno testimoni di una vita che conosce la gioia del dono, la pazienza della educazione dei piccoli, la delicatezza della cura degli afflitti, la tolleranza verso quanti ci contrastano, l’umile offerta di un Parola di verità che tutti ci supera, lo stupore di farci canale di grazia perché l’amore di Dio sia riversato nei cuori dei fratelli. Questa è la Chiesa che il Signore sogna e che dobbiamo con fede aiutare a crescere.

Questo è il significato più vero e profondo di questo giorno di Chiesa, che per voi e per noi segna un passo di una nuova storia.

Che Dio vi benedica e ci benedica.

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