Per lo sviluppo del territorio e il suo rilancio occorre risolvere un problema il prima possibile: la ricostruzione delle scuole che sono state danneggiate dal sisma del 2016. La Provincia di Macerata, che conta 44 Comuni su 55 ricadenti nella zona del cratere, ha posto l’attenzione sulla questione fin dal primo momento, per far fronte all’urgenza più immediata, ovvero garantire il diritto allo studio degli studenti, trovando una idonea collocazione alternativa per gli Istituti non agibili.
Nei giorni scorsi, convocato il CAL nella sede provinciale, il Presidente Antonio Pettinari e i sindaci dei 55 Comuni della provincia hanno espresso il loro parere negativo all’Ufficio Scolastico Regionale che chiede l’accorpamento degli istituti sottodimensionati che si trovano in particolare nell’entroterra e hanno denunciato la grave situazione in cui versano i servizi scolastici, facendo riferimento soprattutto al Decreto Legge n.123 dello scorso ottobre che, di fatto, svilisce (se non addirittura annulla) gli sforzi e le azioni intraprese dalle amministrazioni locali per la complessa ricostruzione del patrimonio immobiliare scolastico. Per la crescita di un territorio si deve poter contare su una rete scolastica adeguata ai fabbisogni delle comunità e alle concrete potenzialità di sviluppo socio economico.
Per questo motivo il Presidente Pettinari, condivisa la questione con il Consiglio Provinciale che, tutto unito, ha reputato di dover rimarcare la necessità che le azioni delle comunità locali vengano maggiormente considerate nella complessa problematica della ricostruzione, ha deciso di rivolgersi direttamente al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte.
“Il territorio ha bisogno di misure di semplificazione e accelerazione – afferma Pettinari – per ripristinare urgentemente il patrimonio scolastico e con esso la prospettiva di rinascita dei territori e delle comunità gravemente provate dai drammatici eventi sismici. Tale intervento legislativo, tanto generico quanto intempestivo, porta a sacrificare le soluzioni più idonee sotto il profilo funzionale ed economico. Oltretutto, la ricostruzione in situ comporta la necessità di reperire sistemazioni provvisorie per i complessi scolastici, con impiego di ulteriori risorse economiche che non risolvono la questione e con ulteriori disagi per la popolazione studentesca. Per questo abbiamo inviato un nostro emendamento che chiede di eliminare la disposizione che contraddice quanto fatto fino ad oggi”.