Per i musicisti l’oratorio è una composizione di argomento religioso da eseguire in chiesa o in teatro senza azione scenica. L’oratorio era iniziato con le laudi che S. Filippo Neri faceva cantare nel suo oratorio, appunto. Poi, al tempo di Bach e Handel, raggiunse un altissimo livello artistico per la presenza dell’orchestra, per il dialogo dei personaggi tra loro e con il coro. Quando nel 1750 Bach morì, una donna molto devota esclamò: «Finalmente è morto questo maestro di musica che aveva cambiato la chiesa in un teatro!».
In seguito molti musicisti composero oratori, soprattutto in Germania e in Francia. In Italia, tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, c’è stato Lorenzo Perosi che, con i suoi oratori, ha suscitato un entusiasmo definito Perosìte, come un’influenza. Ma il contagio fece presto a estinguersi; e le chiese furono le meno contagiate: neanche un virus di buona musica ne è rimasto, né di quella colta, né di quella popolare.

Ma non tutti si rassegnano. Anche se una rondine non fa primavera, padre Armando Pierucci ha composto un oratorio dedicato a San Michele e, per la verità, anche a Maria Santissima. È per due solisti, coro e orchestra.
La scelta dell’argomento è stata suggerita da Maurizio Petrolo, il Maestro che dirigerà la Prima esecuzione nel Teatro Comunale di Pollenza la Domenica delle Palme 5 aprile 2020. Diceva il M° Petrolo a padre Armando: «Dalle mie parti, nelle Puglie, in Calabria, in Sicilia ancora eseguono delle musiche religiose impegnative, anche se le orchestrine anche lì hanno preso il sopravvento già da tempo. Scrivi qualcosa per il santuario di S. Michele al Monte Gargano». È stata la scintilla che ha dato il via alla composizione che in seguito ha preso più corpo grazie alle parole del capitolo 12 dell’Apocalisse.

Sono molti coloro che in quel capitolo leggono una pagina di attualità: «Nel cielo apparve un segno grandioso: una Donna vestita di sole, sul suo capo una corona di dodici stelle… Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso… Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago». Questa lotta è così violenta che, anche se combattuta in cielo, fa avvertire i riflessi e i tremori anche sulla terra.
La musica dell’oratorio, quindi, oltre a evocare i conflitti delle armate celesti, si immerge in una preghiera universale alla quale partecipano non solo i cantori del coro, ma anche gli ascoltatori, riprendendo la maniera di fare di Bach, che di tanto in tanto inseriva nelle sue Passioni i corali più noti, affinché tutti i presenti si unissero all’invocazione cosmica, del cielo e della terra. L’oratorio termina con un canto unanime di fede e di coraggio: «Cristo vive, Cristo regna, Cristo è il Signore Gesù».
Perché a Pollenza?
Il 17 novembre 2019 abbiamo presentato al pubblico la biografia di padre Vincenzo Zucca, un francescano, morto nel 2008 ma ancora vivo nel cuore dei Pollentini. Padre Vincenzo è vissuto a Pollenza per 63 anni, seminando la parola di Dio e diffondendo perfetta letizia. I Pollentini sono stati così felici di avere il libro su Padre Vincenzo che hanno voluto ringraziare gli autori impegnandosi a sostenere l’esecuzione dell’oratorio San Michele di padre Armando Pierucci, ricordando così la passione che gli Zucca, lo zio padre Giovanni, il fratello Padre Francesco e lui stesso avevano per la musica.
La promessa, non si sa se grazie ai Pollentini o a Padre Vincenzo Zucca, sarà onorata proprio il 5 aprile 2020, giorno del suo onomastico, del suo compleanno e anniversario della morte dell’amato fratello missionario Padre Francesco Zucca.
Era giusto che la Prima dell’oratorio San Michele avvenisse a Pollenza.
Domenica 5 aprile 2020 – ore 17
Teatro Comunale di Pollenza
Armando Pierucci, Oratorio S. Michele per solisti, coro e orchestra
Direttore Maurizio Petrolo