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Bolivia: annunciate elezioni presidenziali per il 6 settembre, non senza polemiche perché si è ancora “in piena pandemia”

TOPSHOT - People in the Andean city of Puno, close to the border with Bolivia, queue outside a Pension Funds Administrator institution to request information about the withdrawal of up to the equivalent of 1,080 US dollars in national currency from their pension funds to alleviate the crisis caused by the confinement in force for two months to combat the Covid-19 coronavirus on May 19, 2020. - A law published on April 30, authorizes members of the private pension system to "voluntarily and extraordinarily, withdraw up to 25% of your total accumulated funds ", up to a maximum of 3,700 Peruvian Soles per person. More than six million Peruvians can request the withdrawal which economists have warned will have "long-term pernicious effects”. (Photo by Carlos MAMANI / AFP)

Si terranno il 6 settembre le elezioni presidenziali in Bolivia. Il provvedimento è stato promulgato, non senza polemiche, dalla presidente ad interim Jeanine Áñez, alla guida del Paese dopo l’annullamento delle precedenti elezioni del novembre scorso e la deposizione, con successiva fuga all’estero, dell’ex presidente Evo Morales. Le elezioni erano state inizialmente fissate per il 3 maggio.
La presidente ad interim ha affermato di aver fissato l’appuntamento elettorale in un momento in cui la pandemia sarà ancora attiva, a causa delle forti pressioni politiche subite. E in particolare ha chiesto a Luis Arce (il candidato del Mas, il partito di Morales) e all’ex presidente moderato Carlos Mesa (principale contendente di Morales l’autunno scorso) “di prendersi la responsabilità di aver chiesto con tanta insistenza di tenere le elezioni in piena pandemia”.
Più volte, nelle scorse settimane, la Conferenza episcopale boliviana ha chiesto di mettere al primo posto il bene delle persone e la tutela della vita. E così ha fatto ieri, durante la messa celebrata nella basilica di San Francisco, a La Paz, il vescovo ausiliare di El Alto, mons. Giovani Arana: “Anteporre la difesa della vita di fronte ad altri interessi, che siano ideologici o politici”.

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