Il Consiglio europeo ha varato misure restrittive nei confronti di sei persone e tre entità (russe e cinesi) che hanno “compiuto attacchi informatici con un effetto significativo o tentato attacchi informatici con un effetto potenzialmente significativo”: divieto di viaggio, congelamento dei beni e divieto di mettere direttamente o indirettamente fondi a disposizione. Sono gli autori, ad esempio, degli attacchi noti come “WannaCry”, “NotPetya” e “Operation Cloud Hopper” o del tentato attacco informatico russo ai danni dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opcw). Le misure intendono “prevenire, scoraggiare e rispondere meglio a tali comportamenti dannosi nel cyberspazio”, ha spiegato l’alto rappresentante Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell. È necessario “proteggere l’integrità, la sicurezza, il benessere sociale e la prosperità delle nostre società libere e democratiche, nonché l’ordine basato sulle regole e il solido funzionamento delle sue organizzazioni internazionali”. Serve anche cooperazione a livello europeo “per far progredire la sicurezza e la stabilità internazionali nel cyberspazio, aumentare la resilienza globale e sensibilizzare sulle minacce informatiche e le attività informatiche dannose”. E l’Unione europea intende essere a livello globale il motore di questa ricerca di “comportamenti responsabili nel cyberspazio”.