La partecipazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia inaugurale del 730° anno accademico dell’università di Macerata ha lasciato un’impronta importante nella vita dell’Ateneo. Innanzitutto un segnale di incoraggiamento da parte della massima istituzione dello Stato, in grado di «infondere fiducia alla comunità accademica di Macerata» – come ha detto il rettore Francesco Adornato nel ringraziare il presidente – in un momento particolarmente difficile a causa della pandemia in atto. Difficoltà comune a tutto il Paese e all’intero mondo universitario, ma che gli atenei di piccole città vivono in modo del tutto peculiare. In più Macerata ancora patisce le conseguenze del terremoto del 2016, che ha reso inagibili numerose strutture, anche importanti, come l’Aula Magna. Nonostante ciò, facendo ricorso a ulteriori spazi reperiti in città, l’università è riuscita a dare un senso di normalità, con la ripresa dal 22 settembre delle lezioni in presenza. Inoltre, benché le iscrizioni siano ancora aperte, al 15 settembre il numero delle matricole risulta in aumento del 7% rispetto alla pari data dello scorso anno.

Il presidente Mattarella, il presidente della Regione Acquaroli, il sindaco Parcaroli e (di spalle) il rettore Adornato

Ripercorrendo la storia dell’università maceratese nei sette secoli trascorsi e gli illustri accademici che vi sono transitati nel tempo, tra i quali nei decenni recenti ben tre presidenti della Corte costituzionale (Capotosti, Annibali e Grossi), il rettore Adornato ha evidenziato come la forza dell’Ateneo – che già nel 1951 il comparatista Mario Miele definì «una Sorbona in provincia» – consista «nell’essere comunità». Nell’attuale percorso di resilienza – ha continuato Adornato – lo sguardo resta sempre rivolto al futuro, a quel “futuro prossimo” adottato come slogan della campagna di comunicazione dell’Ateneo, che da anni sta rafforzando il raccordo con numerose università straniere. Un legame irrobustito anche da corsi di laurea a doppio o triplo titolo, in grado di ampliare gli sbocchi occupazionali agli studenti. Quella che è stata presentata al Capo dello Stato da tutti gli intervenuti, tra cui in rappresentanza del personale amministrativo, Clementina Fraticelli, è un’università attrattiva, inclusiva, promotrice di cittadinanza e capace di accogliere anche chi teme di non farcela, come hanno testimoniato dal palco del ‘Lauro Rossi’ alcuni studenti, anche di origine straniera e affetti da disabilità. «Un Ateneo eccellente, inclusivo e sostenibile – ha aggiunto il direttore generale Mauro Giustozzi – che grazie all’impegno dell’intera comunità accademica è riuscito a fare “meglio con meno”, come richiesto dalla situazione congiunturale».

Nel suo intervento, non programmato, rivolto ai presenti in teatro e ai docenti e studenti che hanno seguito la cerimonia dal maxischermo posizionato in piazza, il presidente della Repubblica ha espresso il proprio apprezzamento per quanto l’università ha fatto e continua a fare. Dopo aver sottolineato come l’università di Macerata possa essere giustamente orgogliosa del suo radicamento culturale nel territorio, senza che questo le abbia mai impedito di proiettarsi nel mondo (non è mancato il riferimento alla figura di padre Matteo Ricci), Mattarella si è a lungo soffermato sui temi affrontati dal professore Luigi Alici, docente di Filosofia morale, che ha tenuto prolusione sul tema “Fragilità globale, la via dell’umanesimo fra natura e tecnologia”.

«Nell’ultimo mezzo secolo il mondo è cambiato molto rapidamente – ha ricordato Mattarella –. Le disuguaglianze sono cresciute e la democrazia sperimenta delle difficoltà. Il “virus” da combattere è quello dell’eccessivo individualismo, sia dei singoli, sia degli Stati – ha proseguito il presidente –» e, richiamandosi alle «due facce della libertà, l’autonomia e la responsabilità» evocate dal professor Alici, ha ricordato come la libertà di ciascuno non debba sentirsi “limitata” da quella altrui, ma piuttosto impegnarsi nell’integrazione con la libertà degli altri. Ai giovani Mattarella, raccogliendo le parole del rappresentante degli studenti, ha raccomandato di non «delegare ad altri il loro futuro, ma di esserne protagonisti».

In precedenza erano intervenuti il ministro per l’Università e la Ricerca, Gaetano Manfredi, il quale ha sottolineato il grande ruolo che l’Ateneo di Macerata svolge per il territorio, minato dai pericoli della «desertificazione economica e sociale»; il presidente della regione, Francesco Acquaroli, che ha espresso vicinanza al sistema universitario marchigiano, riconosciuto grande fattore di crescita culturale ed economica; il sindaco Sandro Parcaroli, che ha annunciato la ferma volontà di intraprendere una stretta e fattiva collaborazione tra Comune ed Ateneo.

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