È stato inaugurato a Macerata il 12 dicembre il Presidio di Libera l’Associazione creata da Don Ciotti. Parliamo di Libera con Benedetta Mazzieri Referente e Portavoce

Benedetta Mazzieri

1. Intanto Benedetta parlaci di te.
Ho 22 anni, frequento attualmente il 4° anno del corso di laurea in Giurisprudenza presso l’ateneo maceratese. Sono umbra di origini, precisamente vengo da Terni, mi sono trasferita qui per esigenze di studio e mi sento una maceratese d’adozione. Grazie al sindacato studentesco “Officina Universitaria”, sono venuta a conoscenza del progetto di costituire un Presidio di Libera in città, e mi sono unita al gruppo di volontari.

2. Come nasce questo Presidio maceratese?
Questo Presidio nasce dopo due anni di formazione e dalla necessità di puntare i riflettori sul fenomeno mafioso nel nostro territorio. La criminalità organizzata è radicata nel territorio da più di 30 anni: Antonio Domenico Cataldi, il primo boss “nostrano”, operante in regione negli anni ’80, aveva legami con la camorra e con cosa nostra, in particolare con i catanesi. In seguito alla sua morte, si insediarono vari clan riconducibili alla camorra. Negli anni a venire, il maceratese venne scosso dalla Strage di Sambucheto del 1996 e poi dall’ingente sequestro di droga che avvenne nello stesso anno a San Benedetto del Tronto, che permise di constatare la presenza della ‘ndrangheta nelle Marche.

3. E oggi?
La relazione semestrale della DIA sottolinea la presenza di cosche ‘ndranghetiste in 4 province su 5, compresa quella maceratese, dove sono presenti famiglie della zona di Catanzaro.
È necessario prenderne consapevolezza ora per sviluppare gli anticorpi necessari affinché la collettività sia in grado di reagire all’assoggettamento mafioso e contrastare attivamente la criminalità.

4. È stato inaugurato all’insegna del Covid-19 quindi online come è stata organizzato l’evento?
Avevamo in mente un evento di costituzione del Presidio diverso, dove ci saremmo potuti guardare negli occhi, abbracciare. originariamente, doveva tenersi versa la fine di maggio 2020, ma a causa della pandemia abbiamo dovuto posticiparlo. Speravamo, così facendo, di riuscire a festeggiare la costituzione del Presidio in presenza. Purtroppo, le cose sono andate diversamente, ma non per questo è venuta meno la nostra determinazione: abbiamo deciso che l’evento di costituzione si sarebbe tenuto on-line. Ci hanno seguito in tanti. E’ intervenuta all’evento Mary Colonna, sorella di Ciro, vittima innocente di Camorra a cui abbiamo deciso di dedicare il Presidio maceratese. Hanno partecipato da protagonisti anche i ragazzi scout (il clan “Burrasca” del gruppo Mogliano 1 e il clan “Allegrezza” del gruppo Macerata 2) che hanno aderito al percorso di formazione sul tema della memoria (uno dei capisaldi di Libera), che hanno presentato i loro lavori in ricordo delle vittime innocenti della criminalità organizzata.

5. La scelta del nome del Presidio
Solitamente Libera intitola ciascun Presidio ad una vittima innocente: noi abbiamo scelto Ciro Colonna, ragazzo del quartiere Ponticelli di Napoli, morto a 19 anni. Era nel circolo del quartiere, unico punto di aggregazione della zona, stava aspettando un amico quando sentì degli spari. Si mise a correre, ma perse gli occhiali; si chinò per raccoglierli, ma venne raggiunto da un proiettile. Ciro ci rappresenta perché nel gruppo di volontari maceratesi numerosi sono gli studenti universitari: poteva essere un nostro amico. Si dice spesso, ricordando le vittime innocenti delle mafie che loro si trovavano “nel luogo sbagliato, nel momento sbagliato”. No. Non esistono luoghi sbagliati, esiste il fenomeno mafioso, che siamo chiamati ad estirpare, insieme, perché pianta infestante.

6. Per i pochi che non conoscono Libera vuoi raccontare la sua nascita, le sue finalità, il suo cammino.
“Libera – Associazioni, Nomi e Numeri contro le Mafie” nasce come cartello di associazioni che, all’indomani delle stragi mafiose che hanno scosso il Paese, ha deciso di impegnarsi, in prima persona, nella consapevolezza che contrastare le organizzazioni criminali implichi un impegno collettivo di carattere politico, sociale, culturale ed etico. Per essere protagonisti e non meri spettatori impassibili di ciò che accade. Sono oltre 300 i gruppi e le associazioni che vi aderiscono, tra i quali spiccano i sindacati confederali (CGIL, CISL, UIL), i gruppi scout, l’ARCI, le ACLI, Legambiente. Nel 1994 il fondatore, Don Luigi Ciotti, nell’annunciare la nascita dell’associazione, lancia una petizione popolare che si propone di presentare in Parlamento un disegno di legge, che metta al centro il riuso sociale dei beni confiscati alle mafie. Verranno raccolte un milione di firme e la proposta diventerà legge (L. n°109/1996). Libera non è nata solo per contrastare, ma soprattutto per costruire: per delineare percorsi di giustizia sociale, per promuovere una politica trasparente, per rendere viva la memoria delle vittime innocenti della criminalità.
“Libera” si dedica in primis ad attività di formazione che aiutano a prendere consapevolezza del fenomeno mafioso, della sua pervasività: per questo si impegna attivamente nelle scuole e nelle università. Si fa carico del ricordo delle vittime innocenti delle mafie per tramutarlo in memoria collettiva, quindi in impegno concreto: le testimonianze dei familiari delle vittime, da storie individuali sono divenute corali grazie al portale “Vivi – Libera Memoria”, che intende essere un album collettivo in cui ritrovare la memoria del proprio territorio.
L’ufficio legale di Libera fornisce assistenza ai familiari delle vittime, ai testimoni di giustizia, alle vittime di usura e racket, accompagnandoli sia nelle sedi amministrative che nelle sedi giurisdizionali; si costituisce parte civile nei processi contro la criminalità organizzata.
È stato istituito “Linea Libera”, un numero verde che si rivolge a chi assiste a episodi opachi, condotte corruttive o di stampo mafioso e intenda segnalarli: clientelismo e cattiva amministrazione, usura, tangenti, infiltrazioni criminali.
Per quanto concerne i beni confiscati, promuove interventi formativi e di progettazione partecipata utili a renderli risorse in grado di innescare processi di sviluppo locale ed accrescere la coesione sociale: in quest’ottica è stata creata la piattaforma “Confiscati bene 2.0”, che fornisce dati aggiornati sui beni e sulla loro “vita” odierna. A Grottammare (Ap), ad esempio, su impulso delle istituzioni, di Libera e di FILLEA-CGIL, è stato siglato questa estate un protocollo che coinvolge l’amministrazione comunale, la regione Marche, l’ERAP ed ITACA, nel quale le parti si impegnano alla redazione di un bando pubblico trasparente che individuerà l’impresa edile che si occuperà della ristrutturazione di una villetta confiscata alla criminalità organizzata, dove verranno realizzati 4 appartamenti destinati alla residenzialità pubblica. Questo, allo scopo di tutelare i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.

7. Nelle Marche quanti sono i Presidi?
“Libera” è presente nel territorio italiano in 20 coordinamenti regionali, 82 coordinamenti provinciali e 278 presidi locali.
Nel coordinamento regionale delle Marche sono presenti 3 coordinamenti provinciali (Pesaro e Urbino, Ancona ed Ascoli Piceno) e 5 presidi attivi (oltre PU, AN ed AP, Senigallia e Fermo), a cui si aggiungerà anche quello di Macerata.

8. Chi è interessato a essere un volontario cosa deve fare?
Non servono particolari competenze, solo voglia di impegnarsi, di dedicare un po’ del proprio tempo. Ci possiamo mettere in contatto tramite le piattaforme social (sia su Facebook che su Instagram).

9. E per Natale cosa si può fare per aiutare Libera e i suoi progetti?
È possibile sostenere “Libera” regalando i gadget dell’associazione: magliette, notebook, quadernini o spillette, che è possibile prenotare contattandoci tramite le pagine social o alla mia e-mail (bene.mazzieri@gmail.com). Per ora abbiamo questi gadget a disposizione; se si fosse interessati ad altro, è possibile ordinare il proprio regalo tramite lo shop on-line di Libera, che mette a disposizione anche agende, libri ed altro.
Infine, se si è interessati ai prodotti enogastronomici che provengono dai terreni confiscati alla criminalità, basta andare sul sito di Libera Terra.

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