di Romolo Sardellini
«Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli – La relazione di fiducia alla base della cura dei malati» (Mt 23,8). Questi, rispettivamente, titolo e sottotitolo del Messaggio di Francesco per la XXIX Giornata del Malato, che è stata celebrata ufficialmente nella nostra Diocesi domenica 14 febbraio nella Parrocchia Santa Madre di Dio. La
Concelebrazione è stata presieduta dal Vescovo Nazzareno Marconi, alla presenza di autorità civili e religiose e delle rappresentanze delle Associazioni che si occupano della Spiritualità della Sofferenza.
Il Papa scegliendo il brano di Matteo si è ricollegato, in tutta evidenza, anche all’Enciclica “Fratelli tutti”, tornando a far emergere un concetto che sta alla basa del suo pontificato: non ci si può dire “cristiani” se si abdica al principale insegnamento del Padre: amare. E proprio su questo punto, il Vescovo Nazzareno, nell’omelia, ha detto: «Quando si riduce la fede a sterili esercizi verbali, senza coinvolgersi nella storia e nelle necessità dell’altro, allora viene meno la coerenza tra il credo professato e il vissuto reale». Si tratta di quella “ipocrisia” che Francesco mette all’indice. Occorre aggiungere, però, ha proseguito il Vescovo, che proprio durante la pandemia è
riemerso quel senso di solidarietà cristiana e quella necessità di avere un interscambio ed una relazione a tutto tondo fra malati, familiari, personale sanitario e volontari. Una sorta di convivenza dentro una “bolla”, ma in questo caso è quella del Vangelo.
Giovedì 11 febbraio analoga Celebrazione si era tenuta in San Giorgio ma, in questo caso, il Vescovo l’ha espressamente dedicate ai degenti ed al personale delle RSA.