Esattamente cento anni fa, il 16 febbraio 1921, nasceva a Macerata Dante Cecchi. Personalità poliedrica, con molteplici interessi culturali, ha legato il proprio nome alla città e all’intero territorio maceratese con un costante impegno nella società civile, lasciando testimonianze tuttora vive nel campo storico-culturale, in quello politico-amministrativo e nella formazione dei giovani. Il suo metro d’azione è racchiuso nella dedica con la quale padre Agostino Gemelli, rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nel 1942 gli consegnò il diploma di laurea in Lettere e Filosofia: «…ricorda pure che l’Alma Mater alla quale hai appartenuto, ti ha insegnato come nella vita, nella professione e negli studi devi servire il Regno di Cristo Signore Nostro».

Questo è stato «il suo impegno di vita fino alla morte», ha scritto il figlio Giovanni in un volume di ricordi a cura di Alberto Meriggi, edito dal Consiglio regionale delle Marche. Credente cattolico e fine intellettuale, Dante Cecchi è stato un educatore non comune. Nei suoi cinquantaquattro anni d’insegnamento, prima nei licei (dove è stato anche preside), poi all’università di Macerata come docente di Storia dell’amministrazione pubblica, ha saputo trasmettere, con «animo sempre sorridente» – di cui anche chi scrive è stato testimone – non solo metodo di studio e di ricerca, ma anche passione, coraggio, ideali.

L’impegno civile, evidentemente germogliato in famiglia e negli anni di scuola, era maturato in lui durante la Seconda guerra mondiale e la Resistenza. Già nel 1944 è tra gli iscritti più attivi della Democrazia Cristiana. Consegue una seconda laurea, in Giurisprudenza, e assume incarichi di responsabilità nell’amministrazione cittadina, dove fino al 1970 ricopre ruoli di consigliere comunale e assessore alla cultura.

Negli anni ’80 è stato anche presidente dell’allora Cassa di risparmio della provincia di Macerata. Costantemente impegnato nelle maggiori istituzioni ed associazioni culturali (in primis Accademia dei Catenati e Centro studi storici maceratesi), Cecchi è stato un prolifico scrittore, lasciando oltre duecento monografie e saggi, soprattutto di storia locale, che spaziano dal Medioevo al periodo post unitario. Ha scritto anche alcune brillanti commedie dialettali. Scomparso nel 2015, riposa nel cimitero di Urbisaglia, accanto alla moglie Catterina Bonservizi, che lo aveva lasciato vedovo alla fine degli anni Novanta.

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