Continuano all’Istituto “V. Monti” di Pollenza, retto dalla dottoressa Catia Scattolini, le conferenze sulla tematica del bullismo e del cyberbullismo. Sono scesi in campo esperti di riconosciuta competenza, dal dottor Lorenzo Lattanzi, agli esperti della Polizia Postale, Stradale e della Questura, al giornalista Federico Lacche, che ha anche trattato il tema della legalità per sconfiggere la mafia.

Lunedì 29 marzo 2021, è intervenuto un personaggio davvero singolare, il padre francescano Armando Pierucci. Titolo della conferenza “La musica fa l’accordo”. L’incontro, svolto sulla piattaforma Google Meet, si è articolato in due momenti, distinti per fasce d’età; era rivolto alle classi IIIA di Casette Verdini, IVA e IVB, VA e VB di Pollenza, IB, IIIB e IIIC della scuola media di Pollenza.

padre Armando Pierucci ofm

Il frate francescano, insegnante, direttore di coro, musicista e compositore di musica, è noto per essere stato per oltre 26 anni l’organista del Santo Sepolcro di Gerusalemme e per aver fondato in Terra Santa, una terra martoriata da conflitti di ogni genere, una scuola di musica: il Magnificat, aperta ad ebrei, cristiani e musulmani. Qui i giovanissimi studenti vivevano gioiosamente, cantando insieme, suonando il pianoforte a 4 mani, eseguendo musiche in trio, o con tutta un’orchestra. È il miracolo della Musica che fa l’accordo.

È convinzione del Francescano che il bullismo, come l’odio razziale e religioso, si combatte, formando le nuove generazioni allo studio in generale, della musica e del canto in particolare: infatti tutte le discipline donano ai ragazzi obiettivi comuni, da raggiungere attraverso l’impegno quotidiano.

Molte sono le testimonianze e le realizzazioni che hanno costellato la lunga vita di questo simpatico francescano: nell’aprile 2008, il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano gli ha conferito il titolo di “Cavaliere dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana”; e nel 2013 è stato decorato con la “Knight’s Cross of the Order Merit of Hungary” dal Presidente dell’Ungheria Jànos Ader per il suo impegno a favore dei giovani di origine, religione e culture diverse, e per la promozione delle relazioni musicali.

Padre Armando, nonostante la veneranda età di 86 anni, ha ancora progetti: pensa infatti di aprire una scuola di musica a Sassoferrato, città dove egli attualmente vive.

Ogni giorno scandisce il tempo tra studio, attività apostolica, accoglienza.

In questo tempo di Covid, dove si è persa la speranza del futuro e la voglia di progettare, il francescano continua a credere nella fratellanza, nella certezza che l’impegno e la gioia di vivere siano capaci di costruire il futuro.

padre Armando Pierucci ofm

I ragazzi di Pollenza e Casette Verdini hanno seguito alcuni spezzoni di un video riguardante il Magnificat, realizzato nel 2015 per il 20° anno della fondazione.

Nel video il francescano racconta l’apertura della scuola di musica, proposta al Capitolo dei Frati nel 1995: era necessario formare dei giovani per il servizio musicale nelle chiese di Terra Santa.

Poi l’idea iniziale di una scuola professionale per gli operatori di culto: cantori, animatori liturgici ed organisti, si è subito allargata ad accogliere i ragazzi palestinesi, dalla prima infanzia alla maturità, per fare della musica un mestiere dal quale vivere.

Nel 2012 la Scuola ebbe il riconoscimento legale, grazie a una convenzione con il Conservatorio di Vicenza, cosicché il titolo di studio ivi conseguito è riconosciuto anche in Italia.

Terminata la proiezione del video, padre Armando ha fatto notare ai bambini che tutti siamo una cassa di risonanza: ascoltando una persona cantare, immediatamente vien spontaneo all’uditore di unirsi al canto. Questa è la forza della musica, di far entrare in simpatia le persone, di aggregare, di condividere, di fare fraternità!

La vibrazione di questa cassa di risonanza comincia a vibrare già quando siamo nel seno materno; già qui vengono impressi nella nostra memoria i suoni che riceviamo dall’esterno. Padre Armando riporta il caso di un uomo che conosceva delle melodie slovene, ma non sapeva dove le avesse ascoltate, dal momento che egli non aveva mai avuto nessun contatto con quella nazione, finché non scoprì che sua madre aveva fatto un viaggio in quel paese, quando era incinta di lui. La memoria aveva registrato quei suoni prima che egli nascesse, per poi farli riaffiorare in età adulta.

Il frate francescano è ritornato più volte sul concetto che la musica si fa insieme e che necessita di tanto impegno: «Non si deve aver paura di non riuscire». Diceva Mozart: «Se gli altri studiassero come studio io, anche gli altri diventerebbero bravi come me!».

Studio, tenacia e determinazione sono quindi gli ingredienti per riuscire nel mondo della musica; anzi, nella vita.

Ognuno nella vita deve superare molti ostacoli e sopportare molte sofferenze, ma da ciò scaturisce una grande grinta. È sciocco rifugiarsi nella droga o nell’alcool per risolvere i propri problemi. Quando nella vita non si sa quale strada prendere, bisogna prendere quella più dura; è quella la strada giusta!

Ha raccontato anche la storia di un ragazzo adottato da una famiglia palestinese, Johnny, il quale era molto dotato nella musica, riusciva ad imparare a memoria facilmente interi spartiti. Nella sua adolescenza ha una forte crisi esistenziale, è convinto che la famiglia di origine fosse ebrea; non vuol più parlare palestinese, si dà alla droga. Viene salvato una prima volta. P. Armando lo incoraggia a non pensare alle sue origini, ma ad applicarsi allo studio della musica, a farsi un futuro. Johnny non ascolta nessuno, ritorna a drogarsi con sostanze sempre più tossiche. Verrà trovato, morto già da una settimana, in un giardino pubblico.

I bambini ed i ragazzi dell’Istituto Comprensivo “V. Monti” hanno partecipato attivamente, raccontando le loro piccole esperienze musicali e personali.

Hanno chiesto il significato della parola Magnificat e il padre francescano ha detto che il vocabolo viene dal latino, magnificare significa rendere grande: il bene, che nasce piccolo, come un germoglio, ma poi diventa grande come un albero. Così è stato della sua scuola, all’inizio era solo un’idea, che poi piano piano ha preso corpo ed ha permesso agli insegnanti di lavorare, ai ragazzi di imparare e di costruirsi un futuro e a tanti generosi donatori di far del bene.

È veramente stato un bellissimo incontro quello del 29 marzo: un’occasione per condurre i ragazzi a comprendere cosa significa convivere pacificamente con il prossimo, nonostante le differenze di religione, di cultura e di cittadinanza.

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