Nel Vangelo c’è un racconto che invita ad avere uno sguardo positivo sul mondo, almeno su tante persone che potremmo definire “uomini di buona volontà” come amava dire san Giovanni XXIII.

L’apostolo Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi» (Lc 9,49-50). Quest’uomo sconosciuto aveva stima di Gesù, tanto da lottare contro il male e da farlo nel suo nome, però non era disposto ad entrare nel gruppo dei discepoli di Gesù. Somiglia a tante persone di oggi che: hanno una buona valutazione di Gesù e del suo insegnamento, magari lo invocano con fede nei momenti di difficoltà, quando debbono lottare contro il male dentro e fuori di loro. Però queste persone non vengono a Messa, non ritengono di avere bisogno dell’incontro e del sostegno della comunità cristiana, né dei suoi sacramenti. La tentazione che potremmo avere come Chiesa è di catalogarli come estranei: «Non sono dei nostri!». Ma Gesù invita ad aprire lo sguardo, a valorizzare quanto di bene essi credono e fanno: non si oppongono al cammino di fede, anzi nella grande lotta contro il male sono indubbiamente “dalla parte del bene”, quella parte dove vorremmo essere sempre anche noi.

La Chiesa deve aprire un dialogo con questi “fratelli”, come non teme di chiamarli papa Francesco, con questi “uomini di buona volontà” che sono certo amati da Dio. Non si tratta di volere conquistarne il cuore, la Chiesa non cresce per proselitismo, cioè con strategie di seduzione e convinzione martellante, come fa la pubblicità. La Chiesa è chiamata da Gesù a incontrare l’umanità per testimoniare la fede, per proporla, non per imporla.

Incontrare gli uomini e le donne di buona volontà che popolano il mondo è importante soprattutto in questo tempo di grandi cambiamenti, quando non appare sempre facile capire nel concreto come stare dalla parte del bene, dalla parte di Dio. Anche da queste persone abbiamo da imparare, ha detto più volte papa Francesco; è nel nostro interesse ascoltare il loro consiglio.

Per fare un passo in questo senso, durante questo primo tempo del Sinodo che è tempo di ascolto, prima che di annuncio e di insegnamento, ho pensato di provare a dare un buon esempio. Da questo desiderio di bene è nata la proposta di incontrare non solo i cristiani convinti e praticanti, ma tutti coloro che accettano l’invito, tutti gli uomini di buona volontà. In ogni Unità Pastorale ci sarà perciò un incontro serale in cui io verrò semplicemente ad ascoltare la gente.

La Chiesa attraverso il Sinodo vuol capire meglio come può crescere nella Comunione, nella Partecipazione e nella Missione, tre ambiti che riguardano non solo la Chiesa al suo interno, ma anche nella sua azione di servizio di bene al mondo. Il mondo e anche la Chiesa oggi vivono spesso divisioni, contrasti e lotte, in una parola si sta perdendo il bel valore della Comunione, dell’essere uniti ed in armonia. Vorrei perciò chiedere a chi è disposto a partecipare a questo incontro: cosa consigli alla Chiesa: per essere più in comunione al suo interno e per aiutare a far crescere la comunione anche nella nostra vita sociale? La seconda domanda riguarda la Partecipazione: nella Chiesa e nel mondo c’è la stessa malattia, ognuno tende a vivere isolato e a pensare per sé. Davanti ai problemi non si cerca l’aiuto degli altri, né lo si offre volentieri. Coinvolgersi, impegnarsi, prendersi cura e partecipare sembra che non vada più di moda. Vorrei perciò chiedere: cosa consigli alla Chiesa per favorire la partecipazione al suo interno e per aiutare a far crescere la partecipazione anche nella nostra vita sociale? L’ultima domanda riguarda la Missione: la Chiesa ha ricevuto da Gesù il compito di aiutare le persone ad incontrare Dio ed il suo messaggio di amore, fratellanza e perdono. Oggi però sperimentiamo grande difficoltà a trasmettere al mondo questo bel messaggio. Forse siamo poco credibili, forse non sappiamo trovare le parole giuste. Vorrei perciò chiedere: cosa consigli alla Chiesa perché il messaggio di bene di Gesù possa raggiungere i cuori degli uomini di oggi?

Nei prossimi giorni verrà diffuso il calendario di questi incontri; verrò per ascoltare i vostri consigli, per raccogliere anche delle domande che vi stanno a cuore. Non darò risposte, perché la Chiesa vuol riflettere lungamente e insieme, per poter rispondere con verità secondo la sapienza di Dio. Prendo da ora l’impegno a tornare per portare quelle risposte e quelle proposte che tutta la Chiesa avrà trovato nel Sinodo.

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