di Sara Carloni *

Tavoli di lavoro

Il Cammino sinodale diocesano è partito dai giovani: il 21 novembre, dopo le difficoltà dovute alla pandemia, il vescovo Nazzareno ha incontrato la Consulta di pastorale giovanile, formata da circa 50 giovani in rappresentanza di Unità pastorali, Movimenti, Gruppi e Associazioni. I giovani si sono confrontati in un clima sereno e schietto su alcune domande, preparate dall’équipe ristretta e ritenute necessarie per conoscere il terreno su cui progettare e costruire il cammino futuro.

Tavoli di lavoro

Il filo conduttore della mezza giornata trascorsa presso i Salesiani di Macerata è stato sicuramente la “sete” dei giovani, quella voglia di essere protagonisti e non spettatori di questo tempo, unita alla forte consapevolezza che in questo periodo «ci troviamo sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme… non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme”. (Papa Francesco – Momento straordinario di preghiera 27 marzo 2020).

Al lavoro

Interpellati su cosa cercano, dai giovani è emerso forte il bisogno di sentirsi accolti senza giudizio da adulti che siano testimoni credibili e autentici, pronti ad ascoltarli in modo disinteressato, gratuito e semplice. La necessità dei ragazzi è di poter abitare luoghi che li accolgano, da frequentare ogni giorno senza la paura di essere bersagliati da mille proposte, semplicemente dove “stare” e incontrarsi. Il rischio emerso da molti infatti è quello di essere “spremuti” dalle tante attività da fare, sacrificando così se stessi e gli altri.

I giovani desiderano proposte che abbiano un senso per loro e vogliono essere coinvolti quando si progettano le attività, che vogliono concrete e ispirate dalla realtà che vivono, per poter sviluppare un pensiero critico e saper dare risposte di senso.

Un altro bisogno che emerge forte, soprattutto nel post pandemia, è quello di momenti di formazione e crescita condivisi, con la propria realtà di appartenenza e con i giovani di realtà diverse, per aumentare il senso di comunità e fortificare la fede. Se in alcuni casi questi bisogni sono accolti con entusiasmo se non già appagati, in altri ci si scontra con diversi limiti e con la paura di aprirsi al nuovo; per questo il «si è sempre fatto così», spesso dovuto a mancati cambi generazionali, sta facendo appiattire alcune realtà. Inoltre è sempre in agguato la minaccia per cui «solo ciò che facciamo noi è giusto», da cui nascono personalismi, protagonismi e la tendenza a portare i ragazzi a sé e non a Gesù Cristo.

Un aspetto interessante è l’esigenza di continuità del cammino quando ci si trasferisce altrove per studio: i ragazzi che vogliono proseguire un percorso o inserirsi in uno nuovo hanno difficoltà a farlo; ciò invece vale meno per chi rimane, che spesso diventa animatore/educatore e prosegue il proprio cammino personale. Altri punti di forza delle parrocchie della nostra diocesi per i ragazzi sono: l’affiatamento e la sinergia tra educatori e catechisti; il camminare insieme di giovani e adulti, fidanzati e famiglie, consacrate e sacerdoti; la presenza di giovani per i giovani.

Si è poi parlato delle esperienze più coinvolgenti vissute finora come Pastorale giovanile diocesana; è stato chiesto di prestare attenzione al modo di proporre gli eventi, oltre che al cammino di preparazione, per coltivare già da prima le relazioni tra i partecipanti (base della riuscita dell’evento stesso). Per tutto l’incontro – occasione speciale di dialogo, confronto e ascolto reciproco – il Vescovo è passato tra i gruppi ascoltando e annotando ciò che da essi stava emergendo, e che ha poi affidato a Dio nella Celebrazione eucaristica vissuta insieme. Al termine dell’incontro, che è inizio di un nuovo cammino condiviso, facciamo nostre le parole con cui il Santo Padre ha spronato noi giovani nell’omelia GMG di quest’anno: «Siate capaci di sognare, perché questo fa chi sogna: non si lascia assorbire dalla notte ma accende una fiamma, accende una luce di speranza che annuncia il domani. Non vivete addormentati o anestetizzati, ma sognate, siate svelti e guardate al futuro con coraggio! Questo aiuta noi adulti e la Chiesa. Sì, abbiamo bisogno anche come Chiesa di sognare, abbiamo bisogno dell’entusiasmo, abbiamo bisogno dell’ardore dei giovani per essere testimoni di Dio che è sempre giovane!».

* per l’equipe di Pastorale giovanile diocesana

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