di Francesco Pettinelli *

Bambini della scuola primaria dell’orfanotrofio Sacra Famiglia di Djeffà

Da oltre 50 anni la presenza dei nostri frati missionari, sia in Etiopia che in Benin, ha lo scopo di testimoniare, attraverso l’esperienza viva del Vangelo, che nessuno può salvarsi da solo. In quanto esseri umani e fratelli nello stesso mondo, dobbiamo inevitabilmente relazionarci con il nostro prossimo; senza di ciò si correrebbe il rischio di alzare muri anziché costruire ponti.

Le nostre opere di amore sono un antidoto all’indifferenza per combattere le varie forme di povertà che ancora oggi colpiscono gran parte della popolazione mondiale. La carità è infatti la bussola che orienta la nostra vita, dice sempre papa Francesco, e noi come segretariato delle Missioni dei frati cappuccini della Provincia Picena stiamo cercando di prenderci cura di chi ha più bisogno, non tanto da un punto di vista prettamente assistenziale – cosa ovviamente fondamentale e necessaria per tutti i progetti realizzati finora – ma promuovendo principalmente un approccio missionario di accoglienza emotiva ed empatica di un fratello nelle nostre vite.

Prendersi cura di un bambino, condividere le sue gioie, ascoltare i suoi timori e curare le sue ferite, perché è tra le sue mani che si nasconde il vero Nome dell’amore. L’adozione a distanza, per esempio, è nata proprio per fronteggiare criticità come fame, carenza di cure mediche, scarsità di acqua potabile e mancanza di istruzione. Chi “adotta”, o meglio sostiene, un bambino a distanza, si fa carico delle sue necessità primarie, ma simultaneamente avvia un cammino che lo avvicina inevitabilmente all’altro, con le sue differenze, la sua cultura, la sua sensibilità e le sue pene. Dalla metà di febbraio sino al 10 marzo di quest’anno siamo andati in Etiopia per incontrare oltre 2.900 bambini ai quali è stato consegnato il contributo dei tanti benefattori che ci aiutano. L’adozione a distanza rappresenta uno dei più grandi progetti che promuoviamo e, grazie al lavoro instancabile dei nostri frati, riusciamo a sostenere in Benin anche 320 famiglie particolarmente bisognose.

Un altro aspetto fondamentale del nostro operato sono i percorsi di educazione scolastica, per noi uno dei punti fondamentali per rendere libera una popolazione. Proprio lo scorso mese infatti, dopo tre anni di lavori, è stata inaugurata in Etiopia, a Sura Koyo, una scuola superiore per circa 1.500 studenti, dotata di laboratori e di una grande biblioteca dove i ragazzi possono fermarsi per studiare anche dopo le lezioni. In Benin invece è stata approvata la costruzione di un nuovo asilo all’interno dell’orfanotrofio di Djeffà per 70 bambini dai 3 ai 6 anni, per il percorso di prima alfabetizzazione in preparazione alla scuola primaria. La vita è un dono prezioso e la nostra evangelizzazione, con l’annuncio di Gesù Cristo, ha lo scopo di ribadire che non possiamo sentirci con la coscienza a posto finché nel mondo c’è un fratello che muore di fame. I nostri frati missionari si fanno testimoni affinché il resto del mondo possa finalmente aprire gli occhi, perché noi cristiani crediamo che la vita, per quanto difficile possa essere, vale sempre la pena di esser vissuta.

* Cappuccino

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