Nella mia responsabilità di Vescovo e quindi di guida del discernimento spirituale della comunità cristiana maceratese, ho lungamente meditato sul significato della Consacrazione di Macerata come “Civitas Mariae”. Il senso che la generazione passata ha inteso dargli è ben espresso dalla preghiera scritta da monsignor Cassulo, che rileggeremo stasera raggiungendo la Piazza della Libertà e fermandoci davanti all’immagine che brilla sulla facciata della Casa Comunale. Macerata si affida alla protezione e custodia di Maria Santissima e chiede da lei soprattutto intercessione e misericordia.
Ma il senso nuovo di questo titolo è che Macerata è Città di Maria perché desidera e chiede che la Vergine Santa risieda spiritualmente tra noi in modo unico e speciale. Il nostro gesto che rinnova la Consacrazione, vorrei vederlo come una specie di conferimento spirituale alla Madonna della Cittadinanza onoraria di Macerata.
Quando si considera Cittadino onorario qualcuno, lo si vuol omaggiare di un particolare onore, ma ci si assume anche il dovere morale di imitarne le virtù, di prenderlo a modello di cittadinanza esemplare. Da ora in poi ci impegniamo spiritualmente ad essere maceratesi come sarebbe maceratese la Madonna se venisse realmente a vivere tra noi.
Nelle belle riflessioni che il Patriarca di Venezia monsignor Francesco Moraglia e due giovani teologhe suor Roberta Vinerba e suor Ombretta Pettigiani ci hanno offerto nel Convegno che si è tenuto due giorni fa, sono state messe in luce le bellissime e molto attuali virtù umane di Maria. Tornando dal Convegno pensavo con invidia agli abitanti di Nazareth dei tempi di Cristo, perché certamente doveva essere bello avere Maria, Giuseppe e Gesù come amici e vicini di casa.
La frequentazione di persone buone rende migliori, per questo credo che il senso del gesto che andiamo a compiere sia di prenderci ciascuno un impegno serio di frequentare più assiduamente la compagnia di Maria, Giuseppe e Gesù. Prenderceli spiritualmente come vicini di casa: che si salutano ogni mattina andando al lavoro, invitandoli a passare con noi i giorni di festa, chiedendo la loro vicinanza ed il loro conforto nei giorni della prova e del lutto.
Macerata città di Maria perché Maria abita in questa città, perché Maria si senta di casa tra noi. Questo è il desiderio ed il pensiero con cui celebro con voi questa Eucaristia e con cui vivremo questo gesto di devozione e di fede”.