A volte la vita ci prende in contropiede. Basta svegliarsi di soprassalto per una
scossa di terremoto – è capitato la scorsa settimana – e le nostre prospettive cambiano di colpo. Comprendiamo di essere vulnerabili. Abbiamo paura. Svanisce l’illusione della stabilità. Il terreno trema sotto i piedi, è tutto fuori controllo.
Anche la realtà sociale può essere scossa da movimenti tellurici. Lo abbiamo compreso bene in questi ultimi anni. Credevamo di avere fondato le nostre vite su basi sicure, e invece ci siamo trovati a percorrere piste incerte, difficili da individuare. Perennemente in bilico, tra una emergenza sanitaria e una climatica, tra crisi economiche e tensioni sociali. Soglie e fratture sono divenute frequenti nei quartieri di periferia, abitati da equilibristi disorientati. Non eravamo abituati a tutto questo, eppure è andata così.
Proprio il concetto di vulnerabilità è al centro di un progetto promosso, nella nostra regione, da una serie di associazioni che hanno dato vita, nel 2015, alla “Alleanza contro la povertà nelle Marche”. Associazioni del terzo settore, sindacati, rappresentanti delle categorie produttive, si sono uniti in quella che viene definita una “alleanza di scopo” – sottolinea il portavoce Fabio Corradini, una vita nelle Acli – con l’obiettivo di promuovere misu-
re di contrasto alla povertà assoluta e di reinserimento sociale delle famiglie in difficoltà. Queste associazioni hanno realizzato un “Osservatorio sulle vulnerabilità”, per monitorare l’andamento delle povertà e dei nuovi rischi sociali che si annidano sul territorio regionale, rendendo ancora più fragili cittadini e famiglie. Situazioni in bilico, da intercettare prima che sia troppo tardi e si trasformino in forme di povertà conclamata.
L’Osservatorio ha annunciato, proprio in questi giorni, la pubblicazione del Report 2022. L’indagine è stata svolta prendendo in considerazione alcune aree di possibili criticità: lavoro, società, area trasversale, sanità, area educativa, abitare. Per ciascuna di queste aree sono stati individuati alcuni indicatori tratti da banche dati istituzionali (Istat, Inps, Ministero delle Finanze): per il lavoro sono state prese in considerazione le ore di cassa integrazione autorizzate, il numero di persone in cerca di occupazione, le tipologie contrattuali più diffuse. Ci sono anche altri indicatori che misurano, ad esempio, il disagio psicologico, la possibilità di avere una adeguata alimentazione, o la rinuncia di prestazioni sanitarie necessarie.
I primi dati divulgati, rivelano che la popolazione marchigiana sta invecchiando. Il numero di anziani cresce rispetto al totale della popolazione, cala leggermente la percentuale di famiglie che vivono in condizioni di povertà relativa. Aumentano in maniera significativa i senza fissa dimora. La tipologia prevalente nelle assunzioni è il contratto di lavoro a termine. Sono dati da analizzare con attenzione. La sfida che ci attende – è sempre Corradini che parla – è quella di costruire un modello di intervento condiviso tra istituzioni pubbliche, terzo settore, forze sociali e altri attori interessati, per creare una rete virtuosa volta a contrastare la povertà e a migliorare la qualità della vita di famiglie e cittadini marchigiani.
Quando la vita ci prende in contropiede, forse è il caso di cambiare direzione. Da soli rischiamo di smarrirci. Insieme, invece, ce la possiamo fare.