L’Azione Cattolica di Santa Croce in visita a “Le relazioni meravigliose” del Crivelli

È diventato un appuntamento quello con l’arte che viene proposto dal gruppo adulti di Azione Cattolica di Santa Croce. Così sabato 7 gennaio in tanti ci si è ritrovati a Palazzo Buonaccorsi per un viaggio attraverso le opere di Carlo Crivelli un maestro del Rinascimento “Le relazioni meravigliose” è questo il titolo scelto per la mostra, a cura di Francesca Coltrinari e Giuliana Pascucci, che resterà aperta fino al 12 febbraio 2023 ai Musei civici di Macerata.

Con la guida del prof. Stefano D’Amico si va alla scoperta di Carlo Crivelli. Figlio d’arte forse nasce tra il 1430 e il 1435 a Venezia. Ben presto si allontana dalla Laguna, in seguito a una condanna per adulterio. Si ipotizzata che Crivelli si sia formato con i Vivarini oppure con i Bellini, certo rimane l’influenza comunque di Venezia. Sicura invece la frequentazione della Padova della metà del ‘400, caratterizzata dalla presenza di Donatello e Filippo Lippi e dalla bottega dello Squarcione. Dopo la condanna nel 1457 l’artista viaggia verso Zara poi seguendo le rotte di mercanti e artisti, giunge a Fermo, nelle Marche e dopo pochi anni fissa la sua residenza ad Ascoli Piceno. È presente con le sue opere in vari centri delle Marche come Macerata, Camerino, Matelica, Fabriano e Pergola. La sua è una committenza sempre legata alla Chiesa e ai vari Ordini Religiosi. Si ha notizia della morte nel 1495. È un pittore inquieto, sperimentatore, pieno di grazia e di genio, Carlo Crivelli è una delle figure più intriganti del XV secolo. È quella di Crivelli una figura indipendente che proietta il suo fascino, fatto di invenzioni sempre diverse, estrema perfezione tecnica e mistero.

Per anni la sua opera è stata ignorata, riscoperto e adorato soprattutto dagli artisti preraffaelliti inglesi Crivelli a oggi è una figura tra le più singolari e di straordinario talento del XV secolo. “Non se ne sta quieto, né mostra di essere pago di una creatività scontata e ripetuta; si arrovella invece nel cercare non composizioni nuove, ma nuove soluzioni formali, quasi soggiogato dalla esigenza di un’impossibile perfezione” così scriverà di lui Pietro Zampetti grande storico dell’arte.

Un incontro seguito con interesse e occasione di riflessione attraverso la bellezza delle opere d’arte.

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