
Tempo di tappe importanti per diversi seminaristi del Redemptoris Mater, il seminario missionario della diocesi di Macerata. Domenica scorsa infatti nella cattedrale di San Giovanni è stato conferito il ministero del lettorato a cinque di loro. Si tratta di Alessandro Trudu, proveniente da Cagliari, Gabriel Falzon Reale, giovane nato nell’isola di Malta, Gianmarco Paoletti di Giulianova, il veneziano Tommaso Viaro e Andrea Carbonari da Montefano; i cinque stanno compiendo il percorso di formazione appunto nel seminario maceratese da almeno cinque anni.
Il 28 gennaio invece monsignor Nazzareno Marconi presiederà l’ordinazione diaconale di Antonino Pastore, sempre nella chiesa di San Giovanni alle ore 17.
Classe 1975, Antonino è originario di Pescara dove ha vissuto per oltre vent’anni, fino al 2004 quando si è trasferito a Padova. Dallo scorso novembre presta servizio presso la parrocchia di Santa Croce a Macerata. L’abbiamo intervistato alla vigilia dell’Ordinazione.
Raccontaci qualcosa della tua famiglia di origine…
Mio padre si chiama Andrea, ha 75 anni, attualmente è in pensione dopo una lunga carriera da notaio. Mia madre si chiama Franca, è casalinga e, anche se laureata in Storia e Filosofia, ha preferito dedicarsi alla cura della famiglia. Infatti siamo in ben quattro fratelli, tutti maschi, dei quali io sono il primo.
Come hai sentito la chiamata ad entrare in seminario?
Premetto che, pur essendo i miei genitori credenti, durante l’adolescenza mi sono perso nel mondo e ho vissuto un tempo di ribellione di alcuni anni che mi hanno portato a farmi delle domande serie sulla mia vita. Non me la sono passata bene, tuttavia questa forte crisi è stata la condizione di possibilità affinché potessi ascoltare e aderire all’annuncio del Vangelo. Tra la fine delle superiori e l’inizio dell’università è iniziato questo processo di conversione maturato in seno alle realtà francescane laicali accompagnate spiritualmente dai frati minori conventuali d’Abruzzo. È stata la scoperta del volto misericordioso e vivo di Cristo nella mia vita concreta che ha progressivamente ammorbidito il mio cuore e iniziato a sanare le mie ferite. La sempre maggiore familiarità con la parola di Dio condivisa con altri giovani mi ha man mano portato a interrogarmi su quale fosse la volontà di Dio Padre misericordioso su di me.
Essendomi iscritto alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’università di Chieti che ho frequentato dal 1994 al 1999 con discreti risultati, nell’estate del 1997 ho avuto modo di partecipare ad un’esperienza missionaria in Burundi (Africa). La visita è durata tre settimane ma in quel tempo così intenso ho sentito attraverso l’ascolto della parola di Dio e dei fatti che stavo vivendo che il Signore mi stava chiamando a diventare un altro tipo di “medico”, un medico delle anime che somministra l’unica medicina capace di salvare gli uomini e le donne di oggi e di sempre, cioè Gesù Cristo, attraverso l’annuncio della sua Parola e la celebrazione dei Santi Sacramenti, primi fra tutti l’Eucaristia e la Riconciliazione. Dopo due anni di ricerca vocazionale accompagnato dai frati, sono entrato nel postulandato di Assisi dei frati conventuali, presso il Sacro Convento interrompendo così gli studi di medicina per seguire il Signore Gesù Cristo.
Dove ti sei formato? Hai fatto esperienze particolarmente significative negli anni di seminario?
Inizialmente sono stato formato alla vita religiosa e sacerdotale dai frati minori conventuali, per un totale di sette anni di formazione: due ad Assisi come detto sopra, un anno di Noviziato a Osimo presso la tomba di S. Giuseppe da Copertino e quattro anni a Padova presso l’Istituto Teologico S. Antonio Dottore. Durante quegli anni mi è stato donato davvero tanto quanto a vita di preghiera, formazione al discernimento cristiano e competenze pastorali. Oltre alle attività in parrocchia ho anche svolto pastorale in ospedale e in carcere penale, tutte esperienze che mi hanno educato integralmente ad una pastorale di evangelizzazione verso i più lontani, ad una sensibilità missionaria tipica di una “Chiesa in uscita”, come direbbe oggi il nostro papa Francesco. Teologicamente ho assorbito lo spiccato cristocentrismo francescano unito all’attenzione data al mistero pasquale e alla parola di Dio proveniente dal pensiero e dalla spiritualità dell’appena defunto papa emerito Benedetto XVI.
Durante l’ultimo anno di formazione (2005/2006) alle porte della professione solenne sono entrato in una crisi molto forte e ho chiesto ai miei superiori di uscire dalla vita religiosa e di interrompere la formazione. Sono seguiti cinque anni di alti e bassi durante i quali ho vissuto a Padova. Ho insegnato religione cattolica alle scuole secondarie di primo e secondo grado. In quel tempo ho vissuto un certo smarrimento. Non ho lasciato la pratica di fede ma in qualche modo mi sono trovato spaesato, senza una casa spirituale ed esistenziale che sentissi veramente mia. La vocazione era ancora lì ma io facevo finta di no.
Un amico della parrocchia, vedendomi così, mi invitò nel 2009 ad ascoltare le catechesi iniziali del Cammino Neocatecumenali e così ho intrapreso questa strada che si è rivelata provvidenziale per me. Quindi nel 2011, durante la GMG di Madrid ho deciso di rientrare in seminario per diventare prete missionario, secondo lo stile del Cammino. Nel settembre dello stesso anno sono stato inviato nel seminario diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Kaohsiung in Taiwan. Ho passato sei anni in Asia, anni forti, belli, a volte dolorosi ma i più preziosi per la mia formazione. Il Signore ha continuato a plasmarmi secondo uno spirito missionario “ad Gentes”. Di quei sei anni, due e mezzo li ho passati in Cina Popolare, tra Pechino e il sud, accompagnando sacerdoti e famiglie nel vivere e annunciare il Vangelo.
Dopo un ulteriore tempo di verifica in Italia, dall’anno scorso mi trovo qui a Macerata presso il nostro seminario “Redemptoris Mater”, all’ombra della figura del Venerabile padre Matteo Ricci e il prossimo 28 gennaio verrò ordinato dal nostro amato vescovo Nazareno Marconi diacono.
Quali sono le emozioni che provi alla vigilia dell’Ordinazione?
Sono infinitamente grato al Signore e alla Madre Chiesa per la fiducia concessami. Sono sì emozionato ma anche sereno avendo visto lungo tutto il mio percorso che il Signore risorto è sempre stato presente nella mia storia, anche quando non lo vedevo, ha provveduto alla mia vita e ha saputo condurmi per strade che mai avrei pensato di poter percorrere. Tutto a lode e gloria di Dio che si è mostrato fedele e sapiente, amorevole e paziente nel guidarmi fino a compiere questo importante passo.
Cosa ti aspetta dopo l’Ordinazione, come proseguirà il tuo percorso?
Già dal mese di novembre 2022 sono stato inviato presso la parrocchia di S. Croce in Macerata in vista dell’ordinazione sacerdotale. Posto che il futuro lo conosce solo Dio e i programmi possono cambiare, il Signore mi sta chiamando a muovere i primi passi come diacono a S. Croce, a spendermi per i fratelli e le sorelle che sono lì.
Certo il mio desiderio più profondo sarebbe quello di andare in missione, magari in Cina, ma questo non spetta a me deciderlo. L’importante è stare lì dove il Signore Gesù ci aspetta. Pace a tutti voi!
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