Luigi Silipo, 55 anni nato a Roma, Dirigente Superiore della Polizia di Stato, laureato in Giurisprudenza presso l’università “La Sapienza”, comincia il servizio attivo nel 1992, quando, dopo aver frequentato il corso quadriennale di formazione funzionari, viene destinato a Reggio Calabria. In questa sede ricopre vari incarichi, Vice Dirigente del Reparto Mobile, Vice Dirigente del Commissariato di Bovalino, Dirigente del Commissariato di Polistena, Dirigente della Volanti, Dirigente del Commissariato di Siderno. Nel 1999 viene assegnato alla Squadra Mobile, ove permane per 10 anni dirigendo dapprima la Sezione Antiracket, quindi la Sezione Criminalità Organizzata, fino a ricoprire l’incarico di Vice Dirigente della stessa Squadra Mobile.

Nel corso degli anni svolge numerose attività investigative che consentono la cattura di latitanti di massima pericolosità delle cosche di ‘ndrangheta De Stefano, Alvaro, Pelle, Cordì, Cataldo, tra cui i capi Orazio De Stefano, Carmine Alvaro, Salvatore Pelle e Pietro Criaco, e numerose operazioni che consentono di disarticolare le più importanti ‘ndrine del reggino. Tra tutte, le indagini sull’omicidio del Vice Presidente del Consiglio Regionale Franco Fortugno, le indagini sulla faida di San Luca tra le cosche Nirta/Strangio e Pelle/Vottari, la strage di Duisburg e la c.d. operazione “Il Crimine”, che ha permesso di ricostruire la struttura e l’organizzazione della ’ndrangheta a livello mondiale, individuando “locali” anche in Australia e Canada.

Promosso Primo Dirigente nel 2011 assume la dirigenza della Squadra Mobile di Torino. Anche in questa sede continua l’attività di contrasto alle organizzazioni mafiose, in particolare con l’operazione c.d. “Alto Piemonte” sulle famiglie Raso e Di Giovanni, che svela le attività delle consorterie di ‘ndrangheta tra le province di Torino, Biella, Vercelli e Novara, nonché indagini sugli interessi economici della famiglie Bellocco di Rosarno e Portolesi, quest’ultima già coinvolta nella c.d. Operazione Minotauto. Con l’indagine c.d. “Brigada” in materia di criminalità straniera, viene inoltre dimostrata, per la prima volta in Italia, l’esistenza di un’associazione mafiosa composta da soli cittadini romeni.

Nel capoluogo piemontese dirige inoltre le indagini sulla piazza di spaccio del quartiere San Salvario, nonché su vari omicidi tra cui l’assassinio del Consigliere Comunale Alberto Musì, occorso nel 2012 nel centro di Torino, che consentono di individuare e trarre in arresto il responsabile del delitto che sconvolse il capoluogo piemontese.

Trasferito nel 2015 presso la Questura di Roma ove assume la dirigenza della Squadra Mobile capitolina, dirige numerose attività sulla criminalità organizzata autoctona, in particolare sulle famiglie Spada di Ostia e Casamonica. Le operazioni “Eclisse” e “Noi proteggiamo Roma”, costituiscono le indagini che, per la prima volta, dimostrano l’esistenza di associazioni mafiose autoctone facenti capo, la prima, al clan Spada e la seconda alla famiglia sinti Casamonica. Il contrasto alla mafie tradizionali si estrinseca nelle indagini sulle famiglie di camorra Senese e Moccia e su quelle di ‘ndrangheta Mazzaferro Molè Piromalli delle quali vengono dimostrati interessi economici ed attività criminali.

Nel contrasto alle traffico di sostanze stupefacenti dirige numerose indagini che smantellano consorterie criminali capaci di importare nelle piazze di Roma ingenti quantità di cocaina. In particolare nel quartiere di Tor Bella Monaca le attività consentono di disarticolare una delle più potenti consorterie, la famiglia Cordaro, dedita al narcotraffico ed allo spaccio su piazza. L’attività si concentra anche sulla cattura latitanti, da citare in particolare l’arresto in Spagna di Fausto Pellegrinetti, esponente della Banda della Magliana irreperibile da 20 anni e, sempre in Spagna, di Gallace Antonio appartenente alla omonima famiglia di ‘ndrangheta, mentre, a Roma, in zona residenziale vengono arrestati i latitanti Strangio Antonio e Strangio Giuseppe appartenenti all’omonima famiglia coinvolta nella c.d. strage di Duisburg.

Particolarmente impegnato al contrasto alla violenza di genere, dirige numerose indagini su atti persecutori, violenza su minori e sui drammatici fatti che portarono alla morte di Sara Di Pietrantonio e Desire Mariottini, attività queste che hanno consentito di individuare i responsabili dei due efferati delitti.

Promosso Dirigente Superiore nel 2021, dopo sei anni e mezzo lascia la Squadra Mobile per la Direzione Centrale della Polizia Criminale ove permane come Consigliere Ministeriale fino al maggio 2023.

Il 3 maggio 2009 riceve il premio “Gerbera Gialla” assegnato dall’associazione antimafia “Riferimenti”.

Il 16 marzo 2018 riceve il premio “Livatino- Setta-Costa”.

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