L‘avevano lasciato intendere e così è: il Giubileo dei ragazzi (Qui il servizio che anticipava l’evento) che si sta svolgendo in questi giorni a Roma, è «emozione allo stato puro» per le migliaia di giovani che stanno letteralmente “invadendo” le strade della Capitale, diretti alla Porta Santa della basilica di San Pietro, per vivere il loro Anno della Misericordia del tutto speciale.
Sulle parole di «Crescere misericordiosi come il Padre», il messaggio di papa Francesco scritto per l’occasione, i giovani giunti da ogni Diocesi stanno assaporando da ieri un vero e proprio “preludio” della Giornata mondiale della Gioventù, prima della conclusione di domani, domenica 24 aprile. Stando alle fonti Sir, «sono settantamila i ragazzi – secondo le cifre riscontrate dalle prenotazioni giunte al Centro di accoglienza in Via della Conciliazione – che hanno letteralmente formato un fiume tranquillo che ha congestionato la zona di San Pietro, sia dal versante del Sant’Uffizio che da quelli verso Castel Sant’Angelo e piazza Risorgimento».
E proprio lui, il Pontefice in persona, ha sorpreso i tanti ragazzi presenti scendendo a sorpresa in piazza per confessare, come qualsiasi altro sacerdote, gli adolescenti di età compresa fra i 13 e i 16 anni. In tutto – scrive il quotidiano Avvenire – i presbiteri mobilitati per il “confessionale” all’aperto lungo il colonnato del Bernini e nelle zone adiacenti sono 150.
«Quella che sto vivendo è un’esperienza unica e bellissima. Nonostante la stanchezza per la partenza e per i molti chilometri fatti, sto vivendo un momento che sono sicuro ricorderò per tutta la vita e che mi segnerà come cristiano»: parola del maceratese Edoardo, 16 anni.
Ad accompagnare lui e i suoi amici, tra gli altri, c’è l’educatrice Lucia Marcolini, che definisce «indescrivibili le sensazioni di queste giornate». «Davvero – afferma – il Giubileo a loro dedicato può permettere ai nostri ragazzi di provare la misericordia di Dio: sono sicura che di questa occasione rimarrà un ricordo indelebile».
«Siamo in fila da tre ore, l’attesa è tanta – racconta Teresa Mariani, che ha accompagnato i giovani di una parrocchia di Recanati – ma più passa il tempo, più cresce la voglia di incontrare l’amore misericordioso di Dio. Per non parlare del tempo: c’eravamo attrezzati per difenderci dal temporale previsto, e invece neanche una goccia d’acqua… Chissà se San Giovanni Paolo II ci ha messo lo zampino?».
Già, chissà. La domanda rimane e strappa un sorriso perchè in fondo, come ha detto il vescovo Nazzareno Marconi ai suoi giovani in occasione del passaggio a Macerata dei segni della Gmg, la «il cristianesimo è la religione del punto interrogativo e non del punto esclamativo». “Grammatica” di una fede dal cuore giovane che, senza dubbio, si colora di rinnovata speranza in queste giornate romane.
(Foto Lucia Marcolini e Teresa Mariani)